Blog Rewind – #iocambio (13/09/2018)

Un’iniziativa che secondo me è da sostenere. Un’iniziativa bella, per qualcosa di realizzabile facilmente e con poca spesa. Naturalmente ha già scatenato polemiche nelle menti ottuse che ultimamente mi sembrano moltiplicarsi nel nostro paese. A lanciarla è stata l’Associazione Onalim – Milano al contrario, che la spiega così:
La battaglia per i diritti e per l’inclusione può passare anche da un fasciatoio messo nel posto giusto. Siamo abituati a trovare i fasciatoi, quando ci sono, solo nei bagni delle donne, come se il cambio del pannolino riguardasse solo le mamme o come se in ogni famiglia ci fosse sempre una mamma. Ecco perché con Onalim abbiamo lanciato la campagna social #IoCambio per sensibilizzare sulla mancanza dei fasciatoi nei bagni degli uomini o nelle aree comuni dei bagni degli esercizi pubblici, per consentire a tutti i papà e alle famiglie arcobaleno di cambiare i loro bambini. Abbiamo invitato i papà a farsi una foto mentre cambiano il pannolino ai loro bambini, sia in posti dove il fasciatoio c’è, sia dove non c’è, e di postarla usando l’hashtag #iocambio. Oppure di inviarcela all’indirizzo onalimblog@gmail.com. Il nostro obiettivo è vedere sempre più fasciatoi nei bagni pubblici di Milano. #IoCambio perché crediamo che debbano essere i papà per primi a rivendicare il diritto di cambiare i loro bambini e perché facendolo saranno motori di un vero e proprio cambiamento. Cambiamo? Se sei un esercizio pubblico e hai il fasciatoio nel bagno degli uomini o nell’area comune, scrivici e lo segnaleremo.

A me sembra davvero un’iniziativa meritevole, anche perché mi ha riportato indietro di quasi 30 anni, quando cambiare il pannolino a mio figlio a me piaceva, era un momento davvero importante di contatto tra noi, di tenerezza, divertimento e coccole (nostalgia…). La polemica è stata innestata dal “giornale” La Verità (che mi pare abbia scelto davvero un titolo “al contrario”) che ha scritto “un articolo” che definire fazioso è gentile, intitolato, pensate un po’, “I padri gay vanno alla guerra del pannolino”, intendendo dire che è una richiesta provocatoria per propagandare il movimento LGBT. Ma come possono esistere cervelli così limitati? Cambiamo anche mentalità per favore. E se poi il fasciatoio lo useranno anche due papà, beh… meglio!

Blog Rewind – Fenomenologia di Rita Pavone (12/09/2018)

È uno dei talenti più luminosi di cui il nostro paese possa vantarsi: Rita Pavone. Ero bambino ma ricordo perfettamente l’esplosione del suo successo negli anni sessanta. Mi piaceva moltissimo. Del resto è stata protagonista del primo e forse unico musical-sceneggiato TV che fu “Il giornalino di Gian Burrasca”, con la regia di Lina Wertmüller e le musiche di Nino Rota dirette da Luis Bacalov (insomma il top). Tra il 1963 e 1968 il suo successo fu clamoroso e non solo in Italia. È uno dei pochissimi artisti di casa nostra ad aver raggiunto, meritatamente, vera popolarità in mezzo mondo: in Germania, Francia, Inghilterra, Giappone, Sud America ma anche negli Stati Uniti, arrivando ad essere ospite in molte puntate del celebre Ed Sullivan Show. Una voce davvero straordinaria quella di Rita Pavone, rimasta intatta anche con il passare degli anni, a giudicare da alcune sue recenti esibizioni live in televisione, dopo una lunga assenza. Dal 1968 vive in Svizzera dopo il matrimonio con Teddy Reno, unione che una larga parte del suo pubblico non aveva approvato e che le costò sicuramente in termini di popolarità e simpatia, anche per una fama di carattere non troppo facile. Ma un talento come il suo non poteva sicuramente essere frenato per così poco e la Rita nazionale ci ha regalato anche la sua presenza come conduttrice televisiva e poi attrice di teatro musicale di rara bravura.

Mi meraviglia molto leggere i post che diffonde da qualche tempo su Twitter: non sembrano proprio poter rappresentare il pensiero di una donna che ha girato tutto il mondo e che dovrebbe dimostrare una mentalità più aperta. Invece sono messaggi spesso pieni di luoghi comuni, a volte intrisi di rancore o che almeno questo fanno percepire, qualche volta rilanciano notizie non confermate. Insomma: da una personalità artistica del suo livello mi aspettavo davvero una maggiore empatia e anche una maggiore eleganza.  Peccato.

Ma tutto questo non diminuisce la mia ammirazione per il suo talento artistico.

Buon Natale

Auguri sinceri a tutti coloro che seguono questi miei piccoli scritti personali, questi “pensieri di un vecchio brontolone nato in ottobre”. Auguro che questo Natale porti via da tutti, me compreso, almeno un po’ di rancore, che mi pare il sentimento, purtroppo, al momento più diffuso. Almeno per qualche giorno evitiamo di scrivere pensieri di odio sui social network, controlliamo le notizie prima di postarle, cerchiamo di avere un po’ di empatia nei confronti di tutti gli altri.

Buon Natale a chi mi vuole bene e… anche chi non mi sopporta.