Consigli di serie: L’Amica Geniale

Lo so: è uno dei grandi successi tv di questo periodo. Eppure io ho sentito molte persone che non l’hanno seguita perché “è triste”, “è italiana con i sottotitoli”, “troppo lenta”… Vorrei invitare tutti a ricredersi e a guardare questo che, secondo me, è uno dei pochi prodotti italiani (coproduzione USA comunque) che, per la qualità della realizzazione, possono competere con le serie americane e inglesi. Ha ovviamente anche molti detrattori (compreso un mio amico decisamente “esperto”, sui cui giudizi di solito sono d’accordo, ma non stavolta). Diretta da Saverio Costanzo, la serie “L’Amica Geniale” (My brilliant friend) è tratta dalla saga letteraria firmata dalla misteriosa scrittrice italiana Elena Ferrante. Al momento è disponibile la prima serie di 8 episodi, ma ne sono previste altre 3, sempre di 8 episodi ciascuna.  La trama (da comingsoon.it):  una donna ormai anziana, Elena Greco, scopre che l’amica più importante della sua vita, Raffaella ‘Lila’ Cerullo, sembra essere scomparsa senza lasciare tracce. Scrittrice che vive in una casa piena di libri, Elena accende il suo computer e inizia a scrivere la storia della sua amicizia burrascosa con Lila, nata sui banchi di scuola negli Anni ’50. Ambientato in una Napoli pericolosa e affascinante, comincia un racconto che copre oltre sessant’anni di vita e che tenta di svelare il mistero di Lila, l’amica geniale di Elena, la sua migliore amica, ma forse anche la sua peggiore nemica. Il tema dominante è, secondo me, quello dell’importanza dell’istruzione per l’emancipazione, soprattutto femminile. La voce narrante, nella versione italiana della serie, è di Alba Rohrwacher. Strepitose le interpreti bambine dei primi due episodi.  Grande l’interpretazione di Dora Romano, attrice di solida preparazione teatrale, nel ruolo della maestra. Splendida la colonna sonora di Max Richter. Senza svelarvi nulla, c’è nella prima serie una scena che illustra un matrimonio, che io ho trovato realizzata con una narrazione degna di un grande maestro del cinema. Una serie che vi conquisterà. La trovate su RaiPlay.

Buon Natale – 4

Dal “Corriere della Sera”

Un boscaiolo assunto «in nero» ma rimasto vittima di un incidente mortale sul lavoro è stato gettato in una scarpata in mondo che la sua fine potesse apparire come una caduta casuale. A queste conclusioni sono giunti i carabinieri di San Martino di Castrozza (Trento) chiamati a indagare sul ritrovamento del corpo senza vita di Vitali Mardari, un immigrato moldavo di 28 anni. Gli inquirenti hanno denunciato a piede libero un imprenditore residente in provincia di Belluno per omicidio colposo e frode processuale: sarebbe stato lui in persona a trasportare l’immigrato. In un primo momento era trapelato che la vittima fosse ancora in vita, circostanza in seguito esclusa.

I dettagli non tornano

L’incidente (ma anche il ritrovamento del corpo) risale al 19 novembre scorso: i carabinieri erano stati chiamati nei boschi di Sagron Mis, nel territorio di San Martino. A prima vista la morte poteva essere attribuita a una caduta ma fin dall’inizio alcuni particolari erano apparsi incongruenti. Il moldavo aveva infatti delle ferite alla fronte incompatibili con un incidente così banale; benché il morto fosse stato identificato come boscaiolo occasionale era stato fatto notare che nella zona del ritrovamento non ci sono cantieri dove era in corso il taglio di alberi. I militari hanno cominciato ad ascoltare alcuni testimoni arrivando a una ricostruzione più credibile, e purtroppo assai più tragica dell’accaduto.

Tradito da un berretto di lana

Vitali stava lavorando la mattina del 19 novembre a circa 600 metri di distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere. Lì erano in corso lavori di montaggio di una teleferica per il trasporto del legname; durante questa operazione un cavo di acciaio si era spezzato colpendo violentemente l’operaio alla testa e provocandogli fratture alla testa. Il boscaiolo sarebbe morto sul colpo ma poiché era però privo di un contratto regolare il titolare della ditta decideva di farlo sparire trasportandolo di persona lontano dal cantiere. L’imprenditore stesso aveva poi chiamato una guardia boschiva raccontando di aver trovato lui l’uomo. Vitali è stato ritrovato dai soccorritori ormai privo di vita. A tradire definitivamente l’imprenditore sarebbe stato poi il ritrovamento, vicino al cavo spezzato, di un berretto di lana e di alcune macchie di sangue: tutte tracce che sono state fatte risalire alla vittima.

La versione dell’imprenditore

Interrogato dai carabinieri, l’imprenditore ha spiegato solo parzialmente l’accaduto, sostenendo in particolare che il moldavo non era un suo lavoratore ma il dipendente di un’altra ditta che stava raccogliendo della legna e che non avrebbe dovuto trovarsi sul posto al momento dell’incidente.

Prima gli italiani. Buon Natale.

Buon Natale – 3

Da “La Stampa”:

«Vivo a due passi da Torre del Colle, al confine con Novaretto. Amo stare in mezzo a quest’angolo di natura: tornando a casa mi capita spesso di vedere caprioli, volpi e altri animali selvatici che passeggiano ai margini del bosco, o nel nostro grande giardino, che corre lungo la collina. Quindi non nascondo lo strazio che ho provato, martedì pomeriggio, nel trovare il corpo di quella povera bestia, morta in una pozza di sangue, proprio sull’uscio di casa».

Inizia così il racconto di Simone Vercellina, titolare di una pasticceria del centro di Villar Dora, che dopo aver rinvenuto in cortile la carcassa senza vita del capriolo divenuto da tempo abituale presenza nella piccola borgata del paese valsusino, ha sfogato su Facebook la propria rabbia per l’inutile scempio: pubblicando una foto dell’animale ucciso, e accanto poche parole di condanna dell’accaduto.

Un solo sparo fatale

Il dolore è ancora palpabile nelle parole del commerciante. Mentre descrive il ritrovamento di poche ore prima, l’emozione per l’atroce fine del giovane ungulato ferito a morte da una fucilata è forte. Sembra di assistere in diretta all’ultima corsa dell’animale: nonostante il dolore per il colpo che gli ha attraversato una zampa, la bestia ha la forza di saltare la recinzione di casa Vercellina, alta quasi due metri, prima di andare a morire all’ingresso della villetta, ai margini del bosco.

Lo sparo risale probabilmente alla mattinata di martedì: «Al mio rientro a casa, dopo l’una, il capriolo non c’era – ricostruisce Vercellina -. Me lo sono trovato sul marciapiede davanti all’abitazione quando sono uscito per tornare in negozio, nel pomeriggio». Immediata la chiamata al 112: «Sono stati gli uomini della Forestale ad eseguire i rilievi nella mia proprietà – racconta ancora l’uomo -. Sempre loro a spiegarmi che l’animale, anche se gravemente ferito, ha camminato per un bel tratto prima di cadere sfinito. Probabilmente gli hanno sparato poco prima che entrasse in giardino».

La rabbia

Anche se la doppietta ha centrato il capriolo all’esterno del suo terreno, Simone Vercellina non sa darsi pace per l’episodio: «So che spesso i cacciatori partono in battuta da Caprie e Novaretto, per venire fin nei boschi quassù. Ma martedì era giornata di fermo, non avrebbero dovuto sparare – sottolinea il commerciante-artigiano -. E se ci fossi stato io a spasso nei boschi, o un’altra persona, anziché un animale? Perciò ho pubblicato la foto su Facebook: spero che il messaggio arrivi forte e chiaro a chi è stato».

«Andrebbe punito»

Almeno sui social network il colpevole dell’uccisione del giovane capriolo, che probabilmente non aveva nemmeno un anno di vita, è già stato raggiunto; se non altro da una serie di epiteti e condanne per aver ucciso la bestia indifesa a due passi dalle case di Villar Dora. «Non puntavo a questo – chiarisce Vercellina -. Semmai vorrei che chi l’ha ucciso venisse punito secondo la legge. Sarà difficile, ma mi piacerebbe proprio».

(di Francesco Falcone)

Buon Natale