Da “La Stampa”:
«Vivo a due passi da Torre del Colle, al confine con Novaretto. Amo stare in mezzo a quest’angolo di natura: tornando a casa mi capita spesso di vedere caprioli, volpi e altri animali selvatici che passeggiano ai margini del bosco, o nel nostro grande giardino, che corre lungo la collina. Quindi non nascondo lo strazio che ho provato, martedì pomeriggio, nel trovare il corpo di quella povera bestia, morta in una pozza di sangue, proprio sull’uscio di casa».
Inizia così il racconto di Simone Vercellina, titolare di una pasticceria del centro di Villar Dora, che dopo aver rinvenuto in cortile la carcassa senza vita del capriolo divenuto da tempo abituale presenza nella piccola borgata del paese valsusino, ha sfogato su Facebook la propria rabbia per l’inutile scempio: pubblicando una foto dell’animale ucciso, e accanto poche parole di condanna dell’accaduto.
Un solo sparo fatale
Il dolore è ancora palpabile nelle parole del commerciante. Mentre descrive il ritrovamento di poche ore prima, l’emozione per l’atroce fine del giovane ungulato ferito a morte da una fucilata è forte. Sembra di assistere in diretta all’ultima corsa dell’animale: nonostante il dolore per il colpo che gli ha attraversato una zampa, la bestia ha la forza di saltare la recinzione di casa Vercellina, alta quasi due metri, prima di andare a morire all’ingresso della villetta, ai margini del bosco.
Lo sparo risale probabilmente alla mattinata di martedì: «Al mio rientro a casa, dopo l’una, il capriolo non c’era – ricostruisce Vercellina -. Me lo sono trovato sul marciapiede davanti all’abitazione quando sono uscito per tornare in negozio, nel pomeriggio». Immediata la chiamata al 112: «Sono stati gli uomini della Forestale ad eseguire i rilievi nella mia proprietà – racconta ancora l’uomo -. Sempre loro a spiegarmi che l’animale, anche se gravemente ferito, ha camminato per un bel tratto prima di cadere sfinito. Probabilmente gli hanno sparato poco prima che entrasse in giardino».
La rabbia
Anche se la doppietta ha centrato il capriolo all’esterno del suo terreno, Simone Vercellina non sa darsi pace per l’episodio: «So che spesso i cacciatori partono in battuta da Caprie e Novaretto, per venire fin nei boschi quassù. Ma martedì era giornata di fermo, non avrebbero dovuto sparare – sottolinea il commerciante-artigiano -. E se ci fossi stato io a spasso nei boschi, o un’altra persona, anziché un animale? Perciò ho pubblicato la foto su Facebook: spero che il messaggio arrivi forte e chiaro a chi è stato».
«Andrebbe punito»
Almeno sui social network il colpevole dell’uccisione del giovane capriolo, che probabilmente non aveva nemmeno un anno di vita, è già stato raggiunto; se non altro da una serie di epiteti e condanne per aver ucciso la bestia indifesa a due passi dalle case di Villar Dora. «Non puntavo a questo – chiarisce Vercellina -. Semmai vorrei che chi l’ha ucciso venisse punito secondo la legge. Sarà difficile, ma mi piacerebbe proprio».
(di Francesco Falcone)
Buon Natale