Blog estate – Consigli di serie: Bloodline 10/03/2018


Eccoci al consueto consiglio per un week-end da passare sul divano davanti al televisore con una “full immersion” in una serie televisiva. Potreste vedere “Bloodline”, un gioiellino thriller degli autori di “Damages” (altra serie che se vi siete persi dovete recuperare… ve ne parlo un’altra volta) Todd A. e Gleen Kessler. Sono 3 serie prodotte da Netflix –  per un totale di 33 episodi-  e vi dico subito che le prime due sono strepitose mentre, come spesso accade purtroppo, l’ultima è un po’ in discesa. Bloodline è un giallo basato sui rapporti tra 4 fratelli, uno dei quali sceriffo di una contea in Florida, dove il serial è ambientato. Sono una delle famiglie più in vista e rispettate, i Rayburn,  che vedono le proprie dinamiche messe alla prova quando Danny, il figlio maggiore e la “pecora nera” di casa, torna in città in occasione del 45° anniversario del resort gestito dai genitori, minacciando di rivelare gli oscuri segreti del loro passato. Tormentato dalle dipendenze, Danny spera di rientrare nelle grazie dei genitori, dei due fratelli e della sorella, mentre mette in atto un piano per tirarsi fuori dai guai che lo perseguitano. Vecchie ferite si riaprono e le conseguenze hanno risvolti drammatici. Nel cast nomi conosciuti come Kyle Chandler, Linda Cardellini, Norbert Leo Butz, Sissy Spacek, John Leguizamo e Sam Shepard.
Buona visione.

Blog estate – Il figlio tecnologico 07/12/2017

Io mi considero già abbastanza “tecnologico”. Rispetto ad altre persone della mia età o anche più giovani sicuramente lo sono. Ma al confronto con i ragazzi fra i 25 e i 30 anni non c’è davvero gara. Lo vedo con mio figlio. Io magari arrivo a fare le stesse cose, ma in molto più tempo e con molta più fatica. Lui invece non ha alcuna difficoltà ad affrontare qualunque configurazione del computer o dello smartphone. Inoltre ogni tanto ci propone innovazioni per la casa da cui io sono affascinato e che invece fanno orrore a mia moglie (che neppure ha e proprio non vuole avere uno smartphone perché “il telefono mi serve solo per telefonare e basta”). Nonostante questo il “millennial” è riuscito ad installare in casa alcuni “Dash Button” di Amazon; se non sapete di cosa si tratta siete un po’ “superati” pure voi: si tratta di piccoli dispositivi a cui viene abbinato un prodotto di consumo (detersivo per lavatrici, per i piatti, fazzoletti di carta) e che devono essere connessi in wi-fi a internet (vedi foto sopra). Quando la “massaia” (per citare un termine caro a Mike Bongiorno” vede che tale prodotto si sta per esaurire deve solo pigiare il pulsante e in meno di 24 ore una fornitura le sarà consegnata a casa (il pagamento avviene naturalmente con la carta di credito preventivamente registrata). In effetti è un servizio di estrema comodità. La moglie refrattaria al progresso, però, raramente li ha utilizzati sostenendo che lei preferisce controllare le offerte al supermercato tradizionale.  Altre piccole innovazioni di questo genere, comunque, sono riuscite a fare il loro ingresso in casa, ma l’altra sera non c’è stato nulla da fare per le lampade a comando vocale. Il ragazzo voleva installarci in camera da letto due lampade che avrebbero potuto essere accese e spente, nonché cambiare colore o intensità, utilizzando Siri (sistema intelligente di comando vocale) dall’iPhone o iPad. Io trovavo la cosa esaltante, soprattutto per la possibilità infinita di fare scherzi da remoto. La donna di casa però ha posto un veto assoluto, come solo le donne sanno fare minacciando ritorsioni. Apostrofata come “antiquata” è stata comunque irremovibile. Peccato. Le “lampade intelligenti” sono state ritirate.

Blog estate – Viva i titolisti 30/11/2017

Una delle cose che mi diverte moltissimo è leggere i titoli degli articoli, soprattutto sui giornali locali, ma non solo. E non parlo ovviamente di quelli creati ad arte solo per catturare click, ma di quelli nati spontaneamente, probabilmente da qualcuno evidentemente privo di senso dell’umorismo. Non si può spiegare diversamente infatti un titolo, ad esempio, come “Cinese ucciso a coltellate: è giallo” oppure “Caccia alla pompa low cost” o  “Si è spento il giovane ustionato” o ancora “Muore prima del funerale”. Non sono invenzioni, ma titoli davvero apparsi su vari quotidiani.  Vi aggiungo anche “In cinquecento contro un albero, tutti morti”, “Scuola negata a due sorelle sorde. Inascoltato ogni appello” e il capolavoro: “Falegname impazzito, tira una sega a un passante” (e questa era sul “Corriere della Sera”, eh!).
Diversi anni fa il teatro per cui lavoravo, il Civico di Tortona, ospitava anche i concerti di un’associazione musicale, giustamente molto orgogliosa dei propri eventi. In particolare in quella stagione spiccava un prestigioso duetto di pianoforte e fagotto. Inviati i comunicati stampa, uno dei giornali locali intitolò “Come ti infagotto il pianoforte”. Sipario.

Blog estate – Come si cambia 27/11/2017

Oggi pensieri del tutto personali. Chi mi segue sui social sa che vado in palestra tutti i giorni, sette giorni su sette. È ormai una vera e propria fissazione direi, un rito quotidiano cui difficilmente rinuncio. E pensare che fino al settembre 2014, cioè fino a quasi 58 anni, non avevo mai fatto attività fisica, non mi piaceva fare ginnastica, neppure alle scuole medie, il solo pensiero di entrare in una palestra mi faceva orrore. Fare camminate? Non se ne parlava proprio. Poi, nell’agosto 2014 appunto, ho avuto un … “incidente di percorso” piuttosto grave, dovuto sicuramente al mio tenore di vita, al fatto che ero in forte sovrappeso, al fatto che per anni avevo fumato – e non poco – e vivevo una vita decisamente stressante. Sono stato fortunato perché ho avuto una “seconda occasione”. I medici mi hanno prescritto 30 minuti  di cyclette tre volte alla settimana e quindi ho iniziato appunto a frequentare la palestra. Poiché la tendenza ad essere sempre esagerato in tutto non si è comunque affievolita, alla cyclette ho iniziato ad affiancare il tapis roulant; successivamente altri esercizi…  e da tre volte alla settimana sono passato a cinque e poi a sette.
Ma in realtà racconto tutto questo per invitare chi si comporta come mi comportavo io prima dell’agosto 2014 a cambiare le proprie abitudini di vita senza aspettare un “incidente di percorso”. Lo so che si tende a mettere la testa sotto la sabbia, che non si presta ascolto a nessuno, che tutto deve partire da se stessi, ma io voglio provare lo stesso a mettere in guardia. Prima di tutto perché, come dicevo, io sono stato molto fortunato e non a tutti è concesso. E poi perché anche se il tutto si risolve bene, dopo un periodo con il timore (fortunatamente infondato) che nulla possa più essere come prima, una ferita non fisica resta; resta una sorta di lacerazione interna,  resta per molto tempo un senso di colpa latente per non aver saputo prevedere quanto è accaduto, per le preoccupazioni che si sono provocate a chi ci vuole bene e ci sta vicino. Tutto torna ad essere “come prima”, le giornate e il lavoro saranno “come prima”, ma tu, dentro,  non sarai mai più “come prima”. Insomma, anche se è nulla in confronto a tragedie davvero sconvolgenti che tante persone devono affrontare nel corso della vita, se si può evitare è decisamente meglio.  Non fate come me. Pensateci.
Come si cambia.

Blog estate – Alla cassa del supermercato 05/12/2017

Io vado spesso a fare la spesa al supermercato. Mi piace. Mi rilassa. Da solo però, per poter aggiungere alla lista quello che voglio senza “discussioni”. A volte però arrivato alla cassa tutto il relax svanisce per il comportamento della persona davanti a me. Ci sono varie tipologie di clienti che io vorrei bandire da tutti i supermercati del regno o che spero almeno vengano colpiti dal famoso meteorite della pubblicità.
Gli Speaker: parlano tutto il tempo con il cassiere dei più svariati argomenti senza riporre nelle borse gli acquisti. Iniziano a farlo quando il conto è terminato ma non pagano subito. Prima imbustano il tutto impedendo all’addetto di proseguire con il cliente successivo. Boom: meteorite!
I Carramba che Sorpresa: trovano alla cassa un amico che non vedevano da tempo e gli raccontano 25 anni di vita senza preparare gli acquisti sul nastro. Quando iniziano si accorgono di aver dimenticato un prodotto essenziale e chiedono di aspettare “un attimino”. Poi il cassiere si accorge anche che i mandarini non sono stati pesati. Boom: meteorite!
I no-cart: quelli che, chissà perché, sono contrari all’uso del carrello e mettono gli acquisti in una loro borsa. Sono i più subdoli perché credi abbiano poche cose da pagare ed invece in quella borsa riescono a far stare, non si sa come, quasi quanto in un carrello, ma impiegano molto più tempo a trasferire il tutto sul nastro ed un’eternità a riporre nuovamente i prodotti. Ed ovviamente, come gli speaker, prima di pagare devono aver finito di imbustare il tutto. Boom: meteorite!
I perfezionisti: nelle borse deve regnare ordine sovrano, quindi gli acquisti vengo riposti, con calma, per tipologia. La borsa degli alimenti freschi, la borsa degli alimenti non da frigorifero, la borsa dei detersivi, ecc. Anche i perfezionisti ovviamente non pagano prima di aver sistemato il tutto. Poi pagano generalmente con il bancomat ed infine, prima di spostarsi, controllano un po’ il conto e chiedono anche qualche spiegazione. Boom: meteorite!
I non-mi-si-frega: forse ancora più infidi dei no-cart, li vedi alla cassa con pochissimi articoli e quindi ti metti tranquillo in coda dietro di loro. Loro controllano uno ad uno i prezzi sul display e immancabilmente su almeno uno hanno da ridire: “Guardi che sullo scaffale quella salsa di pomodoro era indicata a 2.40 non a 2.50”. Inutile che il cassiere risponda che non dipende da lui. Il non-mi-si-frega pretende un controllo, che ovviamente non può essere negato. Constatato, dopo un bel po’ di tempo e blocco della coda alla cassa, di essere lui ad aver letto male, decide di non comprare la salsa perché in un altro supermercato è sicuro di averla vista a 2.40. Boom: meteorite!
Per ora mi fermo qui, ma le tipologie non sono ancora finite. Ho dichiarato di essere un vecchio brontolone, no?

 

Blog estate – Blue Friday 24/11/2017

Oggi vi offro a prezzo scontatissimo –  pari a zero – un po’ di radio fatta da me negli anni ’80. Era RTL di Tortona (AL) e mi ha visto tra i protagonisti tra il 1976 e il 1986. Ho iniziato con 30 minuti alla settimana e poi, visto che la tendenza all’esagerazione fa parte del mio carattere, avevo occupato gran parte del palinsesto (e sconfinato anche in altre radio della zona: Radio Gold e Radio Più). Ho ritrovato tempo fa un po’ di sigle e “stacchetti” e qualche registrazione di scherzi telefonici realizzati sotto la mia direzione per un programma che avevo intitolato “Ma Che Follia!”. Se vi va… buon ascolto.






Blog estate – Consigli di serie : Mad Men 03/03/2018


Per questo fine settimana vi segnalo una serie che si è conclusa dopo sette stagioni nel 2015, ma che mi sono accorto molti non conoscono. In Italia infatti è andata in onda in modo discontinuo e su reti diverse. Si tratta di “Mad Men” ed è uno dei lavori che più mi è piaciuto negli ultimi anni. In totale sono 92 episodi, quindi se vi piace siete a posto per un po’. Il telefilm racconta l’America degli anni Sessanta attraverso la vita di Don Draper (interpretato da Jon Hamm), pubblicitario di spicco dell’agenzia Sterling Cooper e poi socio della Sterling Cooper Draper Pryce, e su tutte le persone che giravano attorno alla sua vita professionale e sentimentale: dalla segreteria tanto ambiziosa e talentuosa da diventare copywriter Peggy Olson (la Elizabeth Moss ora interprete di The Handmaid’s Tale) al contraddittorio mentore Roger Sterling (John Slattery); dall’insoddisfatta e sfortunata moglie Betty (January Jones) alla procace e determinata capo segretaria Joan Harris (Christina Hendricks). Durante la messa in onda, Mad Men ha vinto moltissimi premi, tra cui ben 15 Emmy e 4 Golden Globe. È davvero diventata una serie di culto, per l’accuratezza della ricostruzione storica e per come sono delineati a fondo i personaggi. Molti degli interpreti da sconosciuti sono diventati famosissimi e richiestissimi per altri lavori. Se iniziate a seguirla non potrete staccarvi.

Blog estate – Il saccentino – 10/11/2017

Chi ha lavorato con me lo sa. Ho diverse “manie” che riguardano lo scrivere (e anche il parlare) quello che io considero un corretto italiano. Ci sono regole che non tollero siano dimenticate in nome dell’”uso corrente”. Alcuni esempi:
– Le parole straniere in italiano non hanno plurale, restano invariate. Ciò vale per sport e film ma anche per musical, performer, award e tutte le altre. Secondo me la regola si applica anche a curriculum: un curriculum, due curriculum e non curricula. Penso che non si debba essere obbligati a sapere come è corretta al plurale una parola in una qualunque lingua (attuale o defunta) che non si è tenuti a conoscere.
– Le parole che cominciano per pn seguono la regola di quelle che cominciano per ps: quindi se si dice e si scrive gli psichiatri si deve dire e scrivere gli pneumatici. Solo alcune pubblicità di pneumatici seguono questa regola e sono le uniche marche che prenderei in considerazione per l’acquisto. Sì: in questo sono decisamente intransigente.
– Se si cita una frase e la si mette tra virgolette, il punto va dopo la seconda virgoletta e non all’interno (così fanno gli inglesi, ma non noi italiani).
– Non mi piace usare il testo tutto maiuscolo per metterlo in evidenza: se mai meglio scriverlo in neretto.
– Ci sono poi due parole italiane di cui generalmente si sbaglia la pronuncia. Non sono parole di uso frequente, ma capita. Ogni volta devo discutere perché sono contestato. Una è la parola guaina (il cui accento corretto deve essere posto sulla i e non sulla prima a) e l’altra è il fiore gerbera (che deve essere pronunciato con l’accento sulla seconda e non sulla prima e).
– La parola utensile ha due possibili accenti: quello sulla i come sostantivo (gli utensìli), quello sulla e come aggettivo (le macchine utènsili).
– Il sì affermativo deve essere accentato, anche se tutte le schede dei referendum purtroppo, chissà perché, sono stampate sbagliate (vale anche per il maiuscolo dove deve essere scritto SÌ)
– La voce del verbo essere è (È) deve essere scritta con quell’accento e non é (É), come ormai purtroppo spesso si vede sui giornali e sui titoli di coda in televisione: ora io dico se uno di lavoro deve scrivere i titoli, alla RAI non in una Tv locale, almeno questo dovrebbe saperlo, no? E perché va scritto così e non perchè.

Queste le cose che maggiormente mi infastidiscono… ma ce ne sono anche altre. Comunque, se vedete il titolo di questo post, capite che mi sono già classificato da solo.