Torniamo bruscamente alla realtà

Sanremo è finito. La mia “settimana faticosa” è arrivata alla fine. e si torna alla realtà di tutti i giorni. Che non è cambiata più di tanto.  Si continuano a leggere notizie che davvero non riesco più a comprendere. Non ce la faccio.  Sei persone della stessa famiglia di un paese vicino ad Enna sono morte di Covid nel giro di un mese, una dopo l’altra. Non erano vaccinate. Avevano paura del vaccino, Quindi non proprio no-vax concettuali. Forse un medico avrebbe potuto convincerli. Ma non è successo.  Il primo a morire è stato Michele Mancuso 81 anni, alla vigilia di Natale. Non è stato ricoverato. Non ha fatto in tempo. Il 17 gennaio è deceduta Concetta Guarnaccia di 91 anni, la suocera di due figlie di Michele che avevano sposato i suoi «maschietti». Poi cinque giorni dopo è stata la volta di Maria Mancuso, 55 anni, la prima figlia di Michele; la stessa sorte è toccata il 25 gennaio al fratello Vincenzo, 55 anni. Infine due giorni fa gli ultimi decessi: la sorella di Maria e di Vincenzo, Concetta Mancuso, 52 anni e la loro mamma Vincenza Fontanella. Aveva 78 anni. Scrive il Corriere.
VACCINATEVI.

Mahmood e BLANCO artisti veri

Per il mio “podio che vorrei” avevo indicato sabato proprio “Brividi” di Mahmood e BLANCO per un distaccatissimo primo posto.  Sono quindi davvero felice che abbiano vinto e che possano rappresentare l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest. Mi piace riportare qui quello che ha scritto la cantante Tosca, che di musica indubbiamente se ne intende:

Non conosco MahmoodBLANCO (di persona intendo) ma conosco e ri-conosco quel senso di urgenza che mi ha incollata a guardarli. A Sanremo Mahmood e Blanco hanno semplicemente cantato quello che volevano cantare, così come è necessario bere, mangiare, respirare. E si è visto e si è sentito.
Quando un artista si presenta davanti al pubblico sincero e coerente si sente e non importa la classifica, né quello che fa figo, il suono della sua voce arriva prima delle parole, prima della musica, prima della canzone.
Per salire sul palco è importante quello che necessariamente si vuole dire. Si chiama coerenza! Una parola in disuso, ma che è la chiave per il nostro transito terreste. La stessa coerenza, ne sono certa, che porterà Mahmood e Blanco su un palco internazionale e che li consacrerà artisti senza confini, come è giusto che sia. La stessa coerenza che ha visto volare i Maneskin, la stessa coerenza che una buona parte della mia generazione ha dimenticato, infettando con il suo oblio buona parte di questo paese.
La mia Italia fatta di giovani artisti è questa qui. Sudore, dignità, follia e rischio. Sì, rischio perché ogni volta che si sale sul palco, come dicevano nell’antichità si rischia la vita, si compie un atto eroico, allora si andava in pasto ai leoni, ma oggi è poi così diverso? Sono giovani, ma non hanno paura di “non piacere”. Si piacciono loro stessi e amano la loro musica. Li voglio ringraziare a nome di tutti quei ragazzi che oggi faticano a trovare una strada e a non cadere in trappole mortali. Siete preziosi… un esempio, finalmente, da seguire. Grazie di ❤️

Sanremo 2022: il podio che vorrei

Stasera daremo l’addio a questa edizione del Festival di Sanremo. Come ogni anno nessuno lo avrebbe guardato e come ogni anno (anzi ancora di più) record d’ascolto.  E tante polemiche, tutti che da virologi si sono trasformati in Aldo Grassi. Ma Sanremo è così, Sanremo è Sanremo. E alla fine quello che conta è che ci sono state tante canzoni che ci accompagneranno per i prossimi mesi, secondo me. Nel mio podio ideale metto:

Mahmood e Blanco con “Brividi” al primissimo posto e ben distaccato

Poi la splendida voce di Elisa con “O forse sei tu

e poi ex-aequo piazzerei

La Rappresentante di Lista con “Ciao Ciao

e
Gianni Morandi con “Apri tutte le porte

Ma ascolto volentieri anche altri brani, come quello di Dargen D’Amico, allegro e spiritoso, e quella suggestiva di Michele Bravi, ad esempio.
E poi chiederei ad Amadeus: davvero la canzone dei Jalisse era più brutta di quelle della Zanicchi e di Ana Mena? Mi pare impossibile.
Al prossimo anno (speriamo)!

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 4 (09/02/2018)

2003. Torno a Sanremo dopo 17 anni! E non più per una radio, ma per un musical, “Pinocchio”, con le canzoni dei Pooh, la regia di Saverio Marconi e un cast strepitoso. Il nostro quartier generale era il cinema Ritz, nei sotterranei dell’Ariston, una volta sala stampa del Festival ma ora troppo piccolo per questo uso.  Insomma: erano cambiate tante cose, ma al timone del festival c’era sempre Pippo Baudo, affiancato da Serena Autieri e Claudia Gerini. (continua dopo foto e video)



2007. Si torna al festival presentato sempre da Baudo con Michelle Hunziker, che proprio in quel periodo lavora per Compagnia della Rancia, al Teatro della Luna di Milano/Assago, in “Cabaret” per la regia di Saverio Marconi. Si arriva quindi all’Ariston con quasi tutto il cast, capitanato da Christian Ginepro/Maestro di cerimonie. (continua dopo il video)

2008. Ancora Baudo che ci ospita con il nostro “High School Musical”, prima produzione teatrale Disney originale in Italia, per la regia di Saverio Marconi e Federico Bellone. Un cast giovanissimo ed entusiasta che porta grande energia sul palcoscenico dell’Ariston, dove affiancano il Pippo Nazionale Piero Chiambretti, Bianca Guaccero ed Andrea Osvárt.  (continua dopo il video)

E per ora le avventure sanremesi finiscono qui.