Per il mio “podio che vorrei” avevo indicato sabato proprio “Brividi” di Mahmood e BLANCO per un distaccatissimo primo posto. Sono quindi davvero felice che abbiano vinto e che possano rappresentare l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest. Mi piace riportare qui quello che ha scritto la cantante Tosca, che di musica indubbiamente se ne intende:
Non conosco Mahmood né BLANCO (di persona intendo) ma conosco e ri-conosco quel senso di urgenza che mi ha incollata a guardarli. A Sanremo Mahmood e Blanco hanno semplicemente cantato quello che volevano cantare, così come è necessario bere, mangiare, respirare. E si è visto e si è sentito.
Quando un artista si presenta davanti al pubblico sincero e coerente si sente e non importa la classifica, né quello che fa figo, il suono della sua voce arriva prima delle parole, prima della musica, prima della canzone.
Per salire sul palco è importante quello che necessariamente si vuole dire. Si chiama coerenza! Una parola in disuso, ma che è la chiave per il nostro transito terreste. La stessa coerenza, ne sono certa, che porterà Mahmood e Blanco su un palco internazionale e che li consacrerà artisti senza confini, come è giusto che sia. La stessa coerenza che ha visto volare i Maneskin, la stessa coerenza che una buona parte della mia generazione ha dimenticato, infettando con il suo oblio buona parte di questo paese.
La mia Italia fatta di giovani artisti è questa qui. Sudore, dignità, follia e rischio. Sì, rischio perché ogni volta che si sale sul palco, come dicevano nell’antichità si rischia la vita, si compie un atto eroico, allora si andava in pasto ai leoni, ma oggi è poi così diverso? Sono giovani, ma non hanno paura di “non piacere”. Si piacciono loro stessi e amano la loro musica. Li voglio ringraziare a nome di tutti quei ragazzi che oggi faticano a trovare una strada e a non cadere in trappole mortali. Siete preziosi… un esempio, finalmente, da seguire. Grazie di 
