La lettura di oggi: Chi ha paura della libertà?

Un bell’editoriale del direttore di Vanity Fair Simone Marchetti (22 giugno2022)
CHI HA PAURA DELLA LIBERTÀ?
Non c’è mediazione possibile, o si dice sì o si dice no. Sì alla famiglia naturale, no alla lobby Lgbt. Sì all’identità sessuale, no all’ideologia di genere. Sì alla cultura della vita, no alla promozione della morte. Sì all’universalità della croce, no alla violenza islamista».
Con queste parole, pronunciate durante un comizio in Andalusia, Giorgia Meloni non ha messo in luce solo le sue idee (idee e opinioni che tutti possono e devono avere). Giorgia Meloni ha messo in luce la propria violenza. Non ci sono sfumature. Né nel tono e tantomeno nelle parole. C’è solo la violenza di un pensiero che non accetta divergenze. O sei con noi, o sei contro di noi. Eppure, quante contraddizioni in queste parole.
Cos’è una famiglia naturale? La natura, quella degli animali, è spietata e violenta. È un luogo dove il più forte vince sul più debole e la catena alimentare detta le regole. Nella nostra società, nella nostra democrazia, per fortuna non succede così. E allora cos’è una famiglia naturale? La lobby Lgbt, poi. Ma cosa vuol dire? E soprattutto: cosa toglierebbe alla famiglia composta da un uomo e una donna? Niente. Al contrario, aggiungerebbe. Perché di questo si tratta: la famiglia immaginata da Meloni toglie ogni altra possibilità d’amare e di crescere i figli. Le altre famiglie, invece, aggiungono nuovi modi di amare, di crescere i figli, di volersi bene. Perché avere paura di questo amore?
L’identità sessuale. Dev’essere una? O due? E perché invece non molteplici? Ancora: perché avere paura di amare chi non ama quello che amiamo noi ma qualcos’altro? Torniamo sempre lì: togliere invece che aggiungere. L’ideologia di genere… Perché ideologia? Perché, di nuovo, togliere quando si può aggiungere? Perché impedire ad altri di essere diversi da noi?
Sulla religione, poi: sì all’universalità della croce, no alla violenza islamista? Ah sì? Tutti i musulmani sono violenti? Quindi cosa facciamo: ci deve essere una sola religione e le altre le proibiamo? Infine: la cultura della vita contro la promozione della morte. Davvero siamo ancora qui a parlare di diritto all’aborto? E ad avere dubbi se qualcuno vuole mettere fine alla propria vita come successo a Federico Carboni, tetraplegico da circa 10 anni per un incidente stradale, riuscito finalmente a mettere fine alla propria sofferenza, qualche settimana fa, con un farmaco e con lo strumento del suicidio assistito. «La vita è fantastica ma la sofferenza è troppa», aveva scritto Federico prima di morire, «continuate a sostenere questa lotta per essere liberi di scegliere».
Ecco, liberi di scegliere. Perché, cara Giorgia Meloni, vuoi toglierci questa libertà? La libertà di amare chi vogliamo. La libertà di una donna di decidere del proprio corpo. La libertà di un uomo di decidere se mettere fine alla propria vita dopo una sofferenza inumana. La libertà di una persona di scegliere la religione che vuole o il vestito che vuole, o l’identità che sogna.
Settimana scorsa, il Papa ha raccomandato di non avere rapporti sessuali prima del matrimonio. E qualche giorno dopo Fedez ha suggerito di fare più sesso possibile prima del matrimonio. Chi ha ragione? Non è importante chi ha ragione. È fondamentale, invece, creare un luogo, una società, una democrazia dove puoi fare o non fare sesso prima del matrimonio, per esempio. Mentre dalle parole pronunciate in Andalusia esce un mondo dove o stai da una parte o stai dall’altra, un mondo di grida violente dove non esiste possibilità di scelta.
Davvero vogliamo vivere in un mondo così? In questo numero di Vanity Fair e nelle iniziative sui nostri social e sul nostro sito delle prossime settimane vi racconteremo storie di amore, di accoglienza, di dialogo, di rispetto. Dalla protagonista di questa cover, una splendida Drusilla Foer, ai video racconti di nonne e nonni che narrano della bellezza, dell’affetto, dell’umanità nelle storie di diversità dei loro nipoti. Generazioni a confronto, età, provenienze, sessi, identità diversi che si parlano senza frontiere, senza paure, senza pregiudizi. Io voglio vivere in un mondo così. Un mondo dove c’è spazio per tutti.

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