Le serie che ho visto: Strappare lungo i bordi

Questa volta la mia segnalazione è davvero inconsueta: una serie italiana e, pensate un po’, di animazione. Sei episodi (brevi) firmati dal disegnatore Zerocalcare e intitolata “Strappare lungo i bordi“. Vi assicuro che se nei primi minuti forse alcuni (me compreso) fanno un po’ fatica a comprendere la parlata decisamente romanesca (caratteristica che ha anche fatto nascere qualche polemica – secondo me stupida – sui social), poi ci si abitua e la storia conquista, diverte e commuove. Davvero da non perdere.

Netflix ha creduto e investito in questo progetto e, secondo me, ha fatto proprio bene.  Strappare lungo i bordi  racconta come passando all’età adulta finiamo spesso per perdere l’orientamento e uscire da quella linea tratteggiata, e di come la paura di perderci ci porti a chiudere gli occhi, andando sempre più alla deriva. E lo fa seguendo il canone ormai da tempo tracciato dall’autore romano, al suo primo lavoro nel campo dell’animazione. Si ride, e si ride tanto per le situazioni e le battute, ma c’è anche, come dicevo, da commuoversi e pensare. Il personaggio principale è lo stesso Zerocalcare, doppiato da se stesso, mentre la sua coscienza, che ha la forma di un Armadillo, ha la voce di Valerio Mastandrea. Buona visione.

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