La lettura di oggi: Anne e Paul, una storia d’amore

Dal Corriere della Sera un storia vera che fa riflettere
di STEFANO MONTEFIORI, CORRISPONDENTE DA PARIGI

«È nato un grande amore. Ci amiamo alla follia. Non sono mai stata così innamorata, è dolce, adorabile. Passiamo ore ad abbracciarci», diceva nel marzo scorso Anne Durand de Saint-André, ospite di una casa di riposo di La Rochelle, sulla costa atlantica della Francia. La signora Anne si era rivolta al giornale Sud Ouest perché la permanenza provvisoria nella struttura era finita ma lei rifiutava di abbandonare Paul (nome cambiato), anche lui ospite della casa di riposo.

  • Le sue preghiere non sono state ascoltate. Anne ha dovuto lasciare la stanza che occupava a La Rochelle e non ha sopportato la separazione dall’amato. Nel luglio scorso Anne, 83 anni, trasferita in un altro residence per anziani, si è tolta la vita con un sacchetto di plastica, e i famigliari hanno ritrovato accanto al corpo decine di lettere in cui racconta l’amore per Paul, di quasi dieci anni più giovane.
  • La storia di Anne e Paul solleva la questione dell’amore e della sessualità negli anziani, soprattutto quando non sono completamente autonomi e, come nel caso di Anne e Paul, vengono affidati alla tutela dei figli. Anne Durand de Saint-André era una ex artista e libraia dal carattere molto forte, attaccata alla sua indipendenza, che nell’autunno 2020 ha dovuto lasciare l’abitazione dove viveva, allagata per un guasto alle tubature. Dopo un breve soggiorno in albergo la signora era stata accolta in un Ehpad (l’acronimo francese che sta per casa di riposo) di La Rochelle, dove all’inizio ha faticato ad ambientarsi perché poco incline al rispetto degli orari e delle altre regole della vita in comune.
  • Il suo atteggiamento è cambiato quando ha conosciuto Paul, così raccontato in una delle lettere ritrovate dopo la morte, citate da Libération: «Mi ha detto che mi trova meravigliosa. Quando non siamo nelle braccia l’uno dell’altra, gli faccio scoprire la lettura, gli leggo dei racconti. Mi ha anche insegnato la belote (un gioco di carte, ndr), certe volte giochiamo con altri ospiti. Me la cavo bene, è fiero di me». Solo che il soggiorno di Anne in quella struttura non poteva durare: era stata accolta lì vista la situazione di emergenza e il guasto a casa, ma passato qualche mese i dirigenti dell’Ehpad le hanno chiesto di trovare un’altra sistemazione.
  • Per le camere c’era una lunga lista d’attesa e quella da lei occupata era destinata ad altri. Questione di regole, e anche di «problemi di comportamento e psicologici» evocati dalla direzione. Dopo il primo articolo uscito sulla stampa locale, il regista teatrale Mohamed El Khatib aveva chiesto di incontrare Anne per una pièce che stava preparando sugli anziani. «Erano belli da vedere – racconta il regista -. Era una donna viva, totalmente innamorata, appassionata, divertente, e anche borderline, lontana dal pudore abituale che circonda l’amore in età avanzata».
  • Una volta, davanti al regista e ai suoi collaboratori, «i due amanti si erano baciati con grande passione, poi si erano incamminati, prendendo una strada sbagliata. Lui portava la borsa di lei. Un’immagine che mi aveva commosso», ha raccontato una collaboratrice di El Khatib a Sud Ouest. Oltre alla direzione dell’Ehpad, anche la figlia e tutrice di Paul aveva cominciato a trovare inopportuna quella relazione. Secondo lei, Anne era diventata invadente, possessiva, onnipresente nella vita del padre, tanto che lui stesso aveva chiesto di non vederla più.
  • Secondo i figli di Anne invece Paul non ha mai smesso di amarla, sono gli altri che hanno voluto allontanarlo da lei. E la disperazione di Paul alla notizia della morte di Anne, pochi giorni il trasferimento in un’altra struttura, sembrerebbe dimostrarlo. Oggi tutti esprimono rammarico per il suicidio di Anne, come è ovvio. Più in generale, resta da affrontare la questione della volontà e del consenso dei singoli, quando questi sono affidati a persone che ne hanno la tutela legale, si trovano in età avanzata, magari non sono più totalmente lucidi, ma comunque capaci di provare sentimenti meritevoli di rispetto.
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