Il vaccino antinfluenzale

Io mi vaccino contro l’influenza stagionale ogni anno da almeno 25. Ricordo che lavoravo ancora al Teatro Civico di Tortona (fino al 2003) e, essendo sempre a contatto con il pubblico, mi ammalavo anche due volte all’anno. Stanco della situazione, insofferente di essere costretto a stare in casa due settimane all’anno, decisi di sottopormi a vaccinazione: andavo in farmacia, compravo il vaccino e poi il mio amico Enzo, medico pediatra, provvedeva all’iniezione (bravissimo, mai sentito male).  Questo ancora a fine ottobre 2019, senza alcun problema e senza gravare sul sistema sanitario nazionale. Pare non sia più possibile, perché quest’anno saranno molti di più coloro che vorranno vaccinarsi, quindi reperirlo in farmacia sarà molto, molto difficile (si dice che ogni farmacia ne avrà a disposizione al massimo 13). Nel frattempo io ho raggiunto un’età avanzata, oltre 60 anni, sono soggetto a rischio in quanto cardiopatico e quindi ho diritto al vaccino gratuito da parte dell’ASL. Perciò non ci sono problemi? Mica vero. Siamo già ad ottobre e ancora non è chiaro chi dovrà provvedere alla distribuzione: i medici di famiglia pare non vogliano e indicazioni chiare su come comportarsi non ce ne sono. Si legge poi che in almeno 7 Regioni non ci saranno abbastanza vaccini neppure per i soggetti a rischio e naturalmente fra queste Regioni c’è pure il Piemonte.  Ma di questa Repubblica delle Banane che raccomanda a tutti di vaccinarsi, anche a chi non ha 6 anni, e non è in grado di fornire abbastanza vaccini: cosa vogliamo dirne?
Ovviamente se qualcuno ha indicazioni chiare si faccia avanti (e-mail bluemax@bluemax.it). Grazie.

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