Ancora sull’App Immuni

Quasi ogni giorno discuto su Facebook con conoscenti che sostengono di non aver scaricato l’App Immuni per i motivi più vari, tra cui anche la privacy ovviamente. Del resto anche Salvini, così riservato, ha affermato la stessa cosa.

Ma a parte queste gustose divagazioni, vi voglio proporre un esaustivo ed interessante articolo di un esperto, il giornalista Riccardo Luna, pubblicato su Repubblica di qualche giorno fa.

Sembrava che per causa loro dovesse addirittura finire la nostra libertà, oppure, secondo gli ottimisti, finire la pandemia, e invece delle app di contact tracing improvvisamente non si parla più. Proprio ora che ci sono. Eppure qualcosa va detto, perché ci serve a capire come sono andate davvero le cose rispetto alle promesse e agli allarmi.
Nel Regno Unito, per esempio, che baldanzosamente aveva annunciato di voler prendere una strada tecnologicamente diversa, sganciata dalla soluzione proposta da Apple e Google e molto più invasiva dal punto di vista della privacy, siamo alla farsa: la app rilasciata a maggio non ha mai funzionato e qualche giorno fa il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, accusando il governo di aver raggiunto le vette più alte dell’incompetenza, si è offerto di svilupparla lui, gratis, in due settimane, ovviamente a partire dal protocollo Apple-Google.
Dalla parte opposta c’è la Germania, dove c’è stato un intenso dibattito sulla privacy, e che anche per questo motivo forse è arrivata per ultima a lanciare la sua app (Corona Warn App, sviluppata da Deutsche Telekom e SAP), ma che in pochi giorni ha superato di slancio i 10 milioni di utenti.
Per dire, noi, che siamo stati tra i primi a lanciarla, con Immuni, che è in tutto simile alla app tedesca, siamo fermi a 3 milioni e mezzo. Perché così pochi? Difficile spiegarlo, visto che secondo indagini autorevoli circa 23 milioni di italiani sarebbero disponibili e farlo e altri 10 lo farebbero avendo più informazioni.
Probabilmente influisce la percezione di una pericolosità calante del virus che pare confermata dai bollettini quotidiani; e poi in Germania la Merkel stessa si è spesa personalmente per chiedere ai suoi concittadini di scaricarla con un video messaggio ad hoc postato sui social sabato scorso (da noi il presidente consiglio ha infilato un riferimento a Immuni al quarto minuto di un discorso in cui si parlava di altro).
Ma in Italia pesano anche dubbi che possono apparire banali a utenti esperti ma non in un paese che è appena stato classificato come il peggiore d’Europa quanto alle competenze digitali dei suoi cittadini. Qualche giorno fa per esempio sono stato invitato in un popolarissimo programma televisivo a rispondere alle domande più frequenti dei telespettatori. Me le sono annotate, con le risposte, perché magari servono a convincere qualcuno.
Ho scaricato l’App Immuni ma come e quando vengo avvisato se entro in contatto con un positivo? Ogni giorno la app consulta una banca dati del ministero della Salute e avvisa l’utente se nei 14 giorni precedenti c’è stato un contatto stretto con una persona che successivamente ha scoperto di essere positiva.
Chi mi garantisce che i miei dati non vadano in mano a soggetti non autorizzati? La app è sviluppata a partire da una modifica del sistema operativo per telefonini di Google ed Apple che è pubblico e tutti hanno potuto verificare. A sua volta anche il codice sviluppato in Italia è stato pubblicato ed ispezionato. I dati, cifrati, raccolti dalla app, restano sullo smartphone e vengono cancellati ogni 14 giorni. Oltre al parere positivo del Garante della Privacy, va registrato il test fatto dall’associazione di consumatori Altroconsumo che ha concluso con il verdetto: “Privacy rispettata”.
Scaricare l’App Immuni è obbligatorio? No, non lo è in nessuna democrazia. Ed era una delle raccomandazioni fatte dall’Unione Europea ai paesi membri.
Posso disattivare l’App Immuni se decido di non usarla più? In qualunque momento, e non accade nulla. Si può disattivare temporaneamente spegnendo il bluetooth, o si può disinstallare.
È vero che l’App Immuni è efficace solo se la usa “almeno il 60 per cento degli Italiani”? No, questa è una delle leggende che girano per una interpretazione sbagliata e superficiale di una ricerca invece molto seria fatta dall’università di Oxford che sostiene che, in assenza di qualunque altra misura di contenimento del virus, la app è efficace solo se la usano il 60 per cento dei cittadini. Ma le misura in atto sono diverse e importanti, a partire dalle mascherine e dal distanziamento sociale, quindi il traguardo è molto più basso. Ma come ha detto la Merkel sabato, “più persone la usano e maggiore sarà il beneficio”.
Cosa devo fare quando mi arriva l’avviso che sono entrato in contatto con un positivo? È uno dei passaggi più delicati e dalla cui implementazione dipende il successo dell’intera operazione: quando la app manda un avviso di aver registrato un contatto stretto l’invito è di autoisolarsi e contattare il proprio medico per fare subito il tampone; l’autoisolamento dovrà essere di 14 giorni a partire dal giorno del contatto stretto e non da quello della notifica. Certo, se poi il cittadino non può fare il tampone perché il sistema sanitario regionale non è organizzato, è un problema che però in queste tre settimane si è manifestato in pochisssimi casi.
Sono un pensionato, non mi posso permettere un cellulare moderno, come posso fare? La soluzione Apple-Google non funziona sugli smartphone più datati, ma ci sono telefonini Android da 60 euro su cui invece funziona. In ogni caso quelli che la scaricano contribuiscono a proteggere anche coloro che invece non lo fanno visto che rallentano la diffusione del contagio.
L’app Immuni chiede di indicare la regione e la provincia di residenza. Se mi sposto per lungo tempo come mi devo comportare? Nulla, quel dato serve solo a fini statistici, la app funziona su tutto il territorio nazionale e non segue gli spostamenti degli utenti (infatti non usa il Gps), ma rileva i singoli contatti senza registrare la posizione.
Ho un cellulare con poca memoria disponibile, posso comunque scaricare l’app? Sì certo Immuni pesa come un paio di foto.
Per far funzionare la app devo tenere sempre attivo il bluetooth che però consuma velocemente la batteria del mio cellulare. Posso attivare il bluetooth solo quando esco? Immuni è una delle app che consuma in assoluto meno batteria di tutte, meno dell’1 per cento al giorno.

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