La Polizia e i Decreti Sicurezza: parliamone

Ma quindi i Decreti Sicurezza di salviniana memoria, approvati grazie anche a Di Maio ed ai 5Stelle – che per questo ora non ammettono di averlo fatto solo per compiacere il Capitone  e sono restii ad abolirli -, anche a gran parte delle forze di Polizia non piacciono, contrariamente a quanto ci vorrebbe far credere l’ex ministro dell’interno, sempre pronto ad indossarne una  divisa. Illuminante, direi, questo articolo a firma Edoardo Izzo pubblicato qualche giorno fa su La Stampa.

ROMA. Partenza a razzo della petizione online, lanciata da Daniele Tissone – segretario generale del sindacato di polizia della Cgil, il Silp – nella quale si chiede la revisione dei cosiddetti “decreti sicurezza” varati dal precedente governo negli anni 2018 e 2019. In 24 ore, infatti, sono oltre 4 mila le firme raccolte sul portale change.org. Nella petizione, che porta la firma di Tissone, si legge che «pur valutando in maniera positiva alcune parti, come ad esempio lo stanziamento di risorse, sebbene esiguo, per le lavoratrici e i lavoratori in divisa e per il miglioramento delle dotazioni di apparati di videosorveglianza degli Enti territoriali, si avverte forte la necessità di abrogare immediatamente questi raffazzonati decreti sicurezza che si pongono in stridente contrasto con la nostra Costituzione». Una posizione, quella del sindacato, non contraria dunque alla totalità del decreto, ma solo ad alcune parti. «Ci sono alcuni aspetti che noi auspichiamo vengano mantenuti in un ulteriore provvedimento», spiega a La Stampa Tissone, aggiungendo: «A luglio del 2019 in commissione affari costituzionali alla Camera dei Deputati avevamo espresso perplessità su parte di questi decreti, che non hanno nulla a che fare con la sicurezza». Secondo Tissone, infatti, il tema vero dei decreti – fortemente voluti dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini – è quello dell’immigrazione e non la sicurezza. E in Italia, a parere del segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil, non vi è un aumento della commissione di reati. «Il trend sui reati ci porta un quadro diverso, – dice Tissone – mai come negli ultimi 10 anni l’Italia ha avuto un tasso di denunce così basso».

La petizione
I due “decreti sicurezza”, «varati dal precedente governo dietro forti pressioni politiche dell’ex ministro dell’Interno Salvini e approvati a scatola chiusa dalla maggioranza parlamentare dell’epoca, hanno tradito in primo luogo gli obiettivi che demagogicamente e artatamente sono stati propagandati per approvarli: garantire maggiore sicurezza ai cittadini e dare alle forze di polizia la capacità di operare in maniera più concreta, rapida ed incisiva», scrive nella petizione online Tissone che porta alcuni esempi. «Si pensi ad esempio all’abolizione della protezione umanitaria e alla soppressione degli Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che ha prodotto 2 effetti: tantissime donne e uomini senza lavoro, senza casa e senza documenti in giro per le nostre città e i nostri paesi, col rischio di diventare manovalanza ancor più sfruttata da organizzazioni criminali e imprenditori senza scrupoli, nonché un pesante aggravio del lavoro di polizia e carabinieri proprio in ragione di una maggior presenza di queste persone fuori da centri e strutture di accoglienza che, pur con tutti i limiti, garantivano la possibilità di un controllo cogente. La collocazione ex lege di un grande numero di soggetti in condizione di illegalità forzata comporta la contestazione di un maggior numero di violazioni penali ed amministrative che si abbattono sui già sofferenti uffici di Prefetture, Procure e Tribunali».

«Per non parlare poi della specifica disposizione “contra naves” che, nell’ambito dell’asserito e sventolato contrasto all’immigrazione clandestina, mette a rischio la vita dei migranti – famiglie, donne, bambini – negando nei fatti il soccorso in mare e che assegna alle Prefetture una potestà sanzionatoria non prevista dal nostro ordinamento, in violazione del principio di divisione dei poteri, sottraendola al vaglio democratico di un soggetto autonomo ed indipendente qual è la magistratura». Non solo, le critiche di Tissone sono anche per «l’introduzione di uno sgangherato strumento investigativo che permette lo svolgimento di operazioni sotto copertura per il contrasto all’immigrazione clandestina, strumento che snatura le funzioni del poliziotto, facendolo pericolosamente scivolare ad agente provocatore le cui condotte sono tra l’altro punibili!». Infine, «occorre rivedere le norme relative alle pubbliche manifestazioni: dietro il demagogico annuncio dell’inasprimento delle pene per i manifestanti violenti, infatti, si nasconde non certo la volontà di tutelare cittadini e forze di polizia quanto l’obiettivo di limitare la libertà di espressione e di pensiero. Ed è ben strano che oggi, a fronte di legittimi provvedimenti di limitazione delle nostre libertà legati all’emergenza sanitaria, chi ieri proponeva strette illegittime di principi costituzionalmente garantiti oggi, dall’opposizione, contesti energicamente norme che si sono rese necessarie per motivi di salute pubblica, così come tra l’altro previsto dalla nostra Carta». 

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