La lettura e il video di oggi: Frontiere

Da wittgenstein.it del 24 febbraio, in merito alle paure del coronavirus ed ai soliti sciacalli

Una propaganda in malafede si sta agitando sui soliti giornali e nei soliti partiti per approfittare delle paure e dei rischi del coronavirus, e vendere l’idea che quello che sta succedendo mostrerebbe l’importanza delle frontiere rigide e dei limiti di movimento delle persone.

È interessante, perché nell’emergenza attuale questo è senz’altro vero (cos’è una quarantena se non un confine intorno a delle persone?), ma i criteri che vengono applicati sovvertono tutte le basi delle consuete pretese di esclusione da parte di quei giornali e partiti.

La chiusura di “confini” o comunque la creazione di limiti alla circolazione delle persone, che vengono legittimate in questi giorni, sono basate su criteri che non hanno niente a che fare con la nascita, la cultura, la provenienza, la formale cittadinanza, le “tradizioni”, e tutte le usuali fanfaronate della propaganda di destra. Le persone a cui viene impedito di muoversi e attraversare i “confini” sono persone che sono state – o possono essere state – “contagiate” da un virus. E come dimostrano le precauzioni che altri paesi stanno prendendo in queste ore nei confronti di chi arrivi dall’Italia, queste persone possono essere ugualmente cinesi, italiane, africane, o di Aquisgrana. Se questa corretta e prudente idea di controlli, confini, blocchi, respingimenti, dovesse essere legittimata in generale – come sostiene la logica dei suddetti giornali e partiti -, a essere legittimato sarebbe il principio che cittadinanza, nazionalità, cultura, colore della pelle, “tradizioni” non hanno nessun valore per discriminare le persone. Sono irrilevanti.

Quindi sì, è interessante che giornali e partiti di destra che sognano un paese in quarantena, nei fatti abbraccino questo principio. Ricordiamoglielo.

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Altra polemica di ieri quella montata sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio che, secondo la Lega, avrebbe richiesto “pieni poteri”. Io non ho particolare simpatia per Conte ma, per pura combinazione, avevo visto in televisione l’intervista “incriminata” (Frontiere, Raiuno, con Franco Di Mare) e proprio non avevo colto questa intenzione. Ho detto: forse non ho seguito con la dovuta attenzione. Sono andato a risentirla… giudicate pure voi…

E comunque: non dovrebbe esserci davvero un coordinamento? Ad esempio: è  possibile che ieri sera, in tarda pomeriggio, la Regione Marche (PD), anche se nel loro territorio non ci sono stati casi di contagio, abbia deciso di chiudere da oggi le scuole causando disagi a tutti i genitori che invece dovranno comunque andare a lavorare? E cosa vogliamo dire delle varie ordinanze delle varie Regioni che hanno indubitabilmente fatto un copia-incolla da quella della Lombardia – che è stata la prima – , con poche variazioni di scarso significato ma di curiosa origine tipo: in Lombardia le palestre sono chiuse, in Piemonte (ad esempio) sono aperte ma non si può accedere agli spogliatoi e non si può fare la doccia al termine dell’allenamento. Non vi pare che una linea unica sarebbe auspicabile (fatte salve le differenze per le due “zone rosse”)?

 

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