Le parole di Guy Verhofstadt

Si è parlato molto del discorso al Parlamento Europeo di Guy Verhofstadt, in cui appella come “burattino” il nostro Presidente del Consiglio. Sapete che non sono certo un ammiratore del governo italiano attuale ma devo confessare che la cosa aveva data fastidio pure a me: un po’ di orgoglio nazionale viene fuori. È come quando qualcuno parla male di un tuo amico: se ne parli male tu va bene, ma gli altri non devono permettersi mai. Devo dire però che non avevo mai ascoltato direttamente il discorso. Mi ero solo fidato di quanto riportato dai vari mezzi di informazione, compreso quelli che non stanno dalla parte del governo. Mi è capitato ora, invece, di vedere il video dell’intervento “incriminato” e… beh: la cosa assume un altro significato. Prima di tutto ascoltare un uomo di indubbia cultura parlare dell’Italia in italiano non capita tutti i giorni.
Se non avete ascoltato tutto il discorso vi prego di farlo ora (dura solo pochi minuti).

Ammetterete che è un po’ diverso da come ci era stato presentato o, almeno, da come avevo inteso io. Ora mi appare con un significato diverso, soprattutto se lo confrontiamo con altre uscite di nostri politici verso capi di stato europei.

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