1981: il mio secondo Sanremo, non solo l’ultima serata, ma una settimana intera. Le prove del lunedì, martedì e mercoledì e le dirette del giovedì, venerdì e sabato (sì all’epoca il festival durava solo tre sere, non cinque). Una full immersion che a 25 anni sopportavo benissimo, con gran entusiasmo. Fu un festival, condotto da Claudio Cecchetto con Eleonora Vallone, che regalò al pubblico alcune papere divertenti, con tante canzoni entrate nel patrimonio collettivo: Per Elisa di Alice, Maledetta Primavera di Loretta Goggi, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Ancora di Eduardo De Crescenzo, Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia solo per citarne alcune oltre al tormentone, fuori gara, Gioca Jouer di Cecchetto. Tra gli ospiti più prestigiosi ricordo i Dire Straits (che però si esibirono in playback) e il mito dell’epoca Barry White che interpretò un brano di Billy Joel. Come stampa accreditata avevamo anche libero accesso al Casinò, alle feste organizzate dalle case discografiche, a cene di rappresentanza, alle discoteche di Sanremo… Insomma: una settimana dove non si dormiva mai. Sempre vivo poi anche in quell’anno il ricordo delle hostess Muratti. Si poteva mancare l’anno dopo? Proprio no. Continua dopo il video
1982: ancora Cecchetto alla conduzione con la debuttante, all’epoca, Patrizia Rossetti, uscita da una specie di “talent” a Domenica In. Una scenografia spaziale, pare costosissima, per un festival con un vincitore annunciato molto prima dell’inizio: Riccardo Fogli. Fu l’anno di Felicità di Al Bano e Romina (che ricordo come una delle meno simpatiche a rispondere alle interviste), di Mia Martini con E non finisce mica il cielo, di Zucchero con Una notte che vola via, ma soprattutto di Vasco Rossi con Vado al massimo. Tra gli ospiti ricordo solo gli America, perché altri si esibirono non all’Ariston o addirittura in collegamento via satellite dagli States e non era stata una grande idea. Sempre notevoli le ragazze Muratti. Solita settimana senza dormire comunque. Continua dopo il video