Dal “Corriere della Sera”:
Trentamila vite salvate in due anni. Migliaia di mani strette, «Benvenuti a bordo», si sentiva dire chi saliva quella scaletta e veniva accolto e tratto in salvo dall’equipaggio. Ma ora basta, Aquarius, la nave di ricerca e soccorso di migranti, si ferma. La notizia è stata data in serata da Medici Senza Frontiere e Sos Méditerranée, le due ong che gestivano l’imbarcazione operativa nelle acque del Mediterraneo, tra Italia, Malta e Libia.
«È un giorno buio. Non solo l’Europa ha fallito nel garantire la necessaria capacità di ricerca e soccorso, ma ha anche sabotato chi cercava di salvare vite umane. La fine di Aquarius vuol dire più morti in mare, più morti evitabili che avverranno senza alcun testimone», ha dichiarato Gabriele Eminente, direttore generale di MSF.
La fine forzata delle attività della Aquarius avviene in un momento critico. A fronte di un calo degli sbarchi, almeno 2.133 persone sono morte nel Mediterraneo quest’anno, la stragrande maggioranza partita dalla Libia. Segno, dunque — fanno notare gli operatori umanitari — che le morti in mare non si sono fermate.
Il fermo della nave arriva dopo una serie di polemiche politiche e di inchieste giudiziarie iniziate la primavera di due anni fa (l’ultima accusa, quella di non aver smaltito i rifiuti in modo corretto), scaturite poi nella chiusura dei porti italiani alle navi delle ong per volontà del ministro dell’Interno Matteo Salvini e del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Accuse, annunci social, fascicoli aperti. Fino ad arrivare al 23 settembre, quando le autorità di Gibilterra su pressione del governo italiano hanno ritirato la bandiera alla nave, impedendole di fatto di tornare in attività.
Un crescendo di difficoltà che ha costretto Aquarius prima allo stop nel porto di Marsiglia e poi al fermo definitivo.«È stata scelta dolorosa, ma purtroppo obbligata, che lascerà nel Mediterraneo più morti evitabili, senza alcun testimone. In un crescente clima di criminalizzazione dei migranti e di chi li aiuta, si perde di vista il principio stesso di umanità. Finché le persone continueranno a morire in mare o a subire atroci sofferenze in Libia, cercheremo nuovi modi per fornire loro l’assistenza umanitaria e le cure mediche di cui hanno disperatamente bisogno», ha commentato Claudia Lodesani presidente di Medici Senza Frontiere.
L’Aquarius era rimasta l’unica nave di ricerca e soccorso attiva sulla rotta del Mediterraneo centrale.
(di Marta Serafini)
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