La donna che canta

Le (pochissime) volte che mio figlio decide di fermarsi con noi a vedere la televisione, impone le sue scelte. Devo dire però che in genere propone dei film molto particolari ma anche decisamente interessanti. Non sono mai opere semplici, ma quasi sempre vale la pena di vederle. L’ultima volta che è capitato abbiamo visto con lui un film canadese del 2010 diretto da Denis Villeneuve, intitolato “Incendies” e, nella versione italiana, “La donna che canta”. Un film duro con una storia di crudeltà e sopraffazione. Un pugno nello stomaco se si pensa poi che si tratta di una vicenda realmente accaduta.  Non tutta la critica ha apprezzato questo lavoro, che comunque è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia ed  anche candidato all’Oscar come miglior film straniero. È la storia di una donna libanese che come volontà testamentaria affida due lettere ai suoi due figli gemelli, una da consegnare al padre che non hanno mai conosciuto e l’altra ad un fratello che neppure sapevano di avere. Una ricerca all’inizio accettata solo dalla figlia che intraprende un difficile viaggio in Libano (che non viene però mai nominato ma anzi nascosto dietro un nome finto) tra pericoli attuali e ricordi di atrocità di guerra. Se non lo avete visto, cercate questo film (è su Netflix, ma anche su YouTube, Raiplay ed altre piattaforme), di cui vi segnalo anche l’adeguata colonna sonora di Grégoire Hetzel.

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