Le foglie morte

A me da bambino hanno insegnato che tutte le stagioni iniziano il 21 (dicembre/marzo/giugno) tranne l’autunno che comincia il 23 settembre. Ed io a questo credo. Quindi da ieri siamo entrati in autunno. E stavolta è davvero così perché l’equinozio d’autunno 2018 è caduto proprio alle ore 3.53 del 23 settembre. Tutto a norma quindi. È tempo di “foglie morte”.  “Le foglie morte” di Prévert, canzone che ho sempre amato moltissimo.

Come vorrei che tu ti ricordassi
i giorni belli che eravamo amici
In quei tempi là,
la vita era più bella,
Il sole più caldo di oggi.
Le foglie morte si raccolgono insieme…
Lo vedi: non dimentico più
Le foglie morte si raccolgono insieme
come i ricordi, come i dispiaceri

E il vento del nord le porta
nel freddo paese dell’oblio

Lo vedi: non dimentico più
la canzone che cantavi tu.

È una canzone che ci appartiene
Amavo te
amavi me.
E vivevamo, noi due, insieme
Amavo te
amavi me.
Ma ci ha separati questa vita
io non so perché
nemmeno tu
ed il mare poi cancella
i passi di due che non amano più.

Amavo te
amavi me.
Ma ci ha separati questa vita
io non so perché
nemmeno tu
ed il mare poi cancella
i passi di due che non amano più.

Di Alberto Cavaliere, Joseph Kosma, Jacques Prevert

Stasera c’è @pattypravo

Il consiglio di oggi non può che essere per il programma “In arte Patty Pravo”, in onda questa sera alle 21.15 su Raitre, condotto da Pino Strabioli, fan ed amico della cantante, che spesso ci propone programmi molto interessanti. Patty ha da poco compiuto 70 anni e mi sembra giusto che le si dedichi un tributo. Ho già parlato della mia “passione” per questa “ultima diva” italiana e quindi sicuramente non mi perderò questa ghiotta occasione. E voi? Vorrete mica vedere ancora il Grande Fratello eh? Pino Strabioli ci promette che Patty  si confiderà, racconterà della sua infanzia, dei suoi amori, della sua passione per la musica. E poi ci saranno anche altre sorprese… Avremo dei supporti video con materiale recuperato dall’archivio Rai. Poi le testimonianze dei colleghi…Ci saremo.

Divina Patty @pattypravo ‏

Tra le mie grandi passioni c’è, come molti sanno, anche lei, Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo, che proprio ieri , se fosse una persona normale, avrebbe compiuto 70 anni. La seguo fin dall’inizio della sua carriera, da quel “Ragazzo triste” che presentò in TV a “Canzonissima” e che divenne, nel 1966, il manifesto di una generazione, prima ancora del suo più grande successo, “La bambola”.  Ho amato più di tutto il suo periodo “impegnato” francese, quando interpretava “Non andare via” di Brel o “Col tempo” di Ferré, i suoi brani meno commerciali e forse meno premiati dal successo di pubblico. Vera e unica diva della musica leggera italiana, ha avuto tanti alti e bassi nella sua carriera, ma lo zoccolo duro del suo pubblico non l’ha mai abbandonata e più volte, come novella araba fenice, è risorta dalle proprie ceneri. Nel 1973 con “Pazza idea” tornò prepotentemente ai vertici delle classifiche di vendita. Dopo un periodo poco fortunato torna al top nel 1977 con la celebre “Pensiero stupendo” di Ivano Fossati, cui offre un’interpretazione di gran classe e indimenticabile. È solo nel 1984 che riesco ad avvicinarla per la prima ed unica volta, per un’intervista radiofonica al Festival di Sanremo dove presentò “Per una bambola”, tornando nuovamente ad accentrare su di sé le attenzioni di pubblico e critica. Ma non fu l’ultima volta: nel 1997, quindi 13 anni dopo, riconquista le classifiche passando da Sanremo con il brando di Vasco Rossi “E dimmi che non vuoi morire”, che diventa anche un po’ il suo manifesto con la frase “La cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me”. Patty Pravo è un mito vivente: in genere o piace da impazzire o non pace affatto. Beh: io come avrete capito sono uno dei suoi più grandi fan. E poiché i miti non compiono gli anni, gli auguri li faccio non a Patty ma a Nicoletta. Buon compleanno.