Questione di accenti @RaiUno #LEredità

Un problema davvero di poco conto, mi direte. Ma che mi … “disturba” tutte le sere. Arrivo in cucina e vedo in televisione  il gioco finale del game-show di RaiUno “L’Eredità”. È ormai un’abitudine quotidiana, lo trovo un giochino simpatico. A volte indovino a volte no. Sul finale partono i brevi titoli di coda. In particolare appare la scritta Il programma é stato realizzato dalla Direzione Produzione…: sì proprio scritto così, con l’accento sbagliato sulla voce del verbo essere, é invece di è. Tutte le sere così. Tutte le sere mi irrita. Capisco che sono io che dovrei farmi curare. Resta indubitabile che è scritto in modo sbagliato e non è bello per la prima rete televisiva italiana. Vi prego: correggetelo. 😊 D’altra parte avevo già detto di essere un po’ maniaco in uno dei primi post di questo blog intitolato “Il Saccentino” che potete leggere a questo link.

Benvenuti a Tortona

Oggi un argomento di nuovo a carattere locale, ma anche stavolta credo di casi simili ce ne siano in ogni parte d’Italia. Vi avevo parlato un po’ di giorni fa della triste accoglienza che Tortona riserva a chi arriva in auto dalla A7 e A21 (vedi il post del 28 febbraio ) e mi ero ripromesso di parlare della visione che appare a coloro che invece giungono in città con il treno: un cassone sporco e inutile.

In effetti un tempo era una fontana, a mio parere già triste e piuttosto brutta quando era in funzione. Ma ora è davvero indecorosa, ne converrete. Capisco bene che i problemi della città siano altri, ma appunto quelli risolvibili con poco si dovrebbero affrontare.  Potrebbe essere un privato, ad esempio, a trasformarla – come investimento pubblicitario –  in una bella aiuola occupandosi poi anche della manutenzione (senza manutenzione in breve sarebbe ancora peggio). Oppure eliminare del tutto la struttura: senza niente è sicuramente meglio, no?
Solo un cartello ben fatto con la scritta: “Benvenuti a Tortona”.

Consigli di serie: Bloodline


Eccoci al consueto consiglio per un week-end da passare sul divano davanti al televisore con una “full immersion” in una serie televisiva. Potreste vedere “Bloodline”, un gioiellino thriller degli autori di “Damages” (altra serie che se vi siete persi dovete recuperare… ve ne parlo un’altra volta) Todd A. e Gleen Kessler. Sono 3 serie prodotte da Netflix –  per un totale di 33 episodi-  e vi dico subito che le prime due sono strepitose mentre, come spesso accade purtroppo, l’ultima è un po’ in discesa. Bloodline è un giallo basato sui rapporti tra 4 fratelli, uno dei quali sceriffo di una contea in Florida, dove il serial è ambientato. Sono una delle famiglie più in vista e rispettate, i Rayburn,  che vedono le proprie dinamiche messe alla prova quando Danny, il figlio maggiore e la “pecora nera” di casa, torna in città in occasione del 45° anniversario del resort gestito dai genitori, minacciando di rivelare gli oscuri segreti del loro passato. Tormentato dalle dipendenze, Danny spera di rientrare nelle grazie dei genitori, dei due fratelli e della sorella, mentre mette in atto un piano per tirarsi fuori dai guai che lo perseguitano. Vecchie ferite si riaprono e le conseguenze hanno risvolti drammatici. Nel cast nomi conosciuti come Kyle Chandler, Linda Cardellini, Norbert Leo Butz, Sissy Spacek, John Leguizamo e Sam Shepard.
Buona visione.

La sagra del luogo comune

L’altro giorno il giornale on line locale “Oggi Cronaca”, che tratta notizie dal territorio di Tortona, ha pubblicato la lettera di un lettore che criticava la linea editoriale del quotidiano stesso. Vi inviterei a leggere quella lettera a questo link. Le opinioni sono riportate con pacatezza e riguardano, non tanto (e solo) le idee populiste verso i migranti presenti in città, quanto il modo di trattare le notizie su tale argomento da parte del giornale che, essendo un mezzo di comunicazione di massa, ha delle responsabilità diverse da chi ne parla al bar sotto casa tra amici. La risposta del Direttore è quanto di più banale e scontato si potesse scrivere, senza contare che dimostra che non è stato assolutamente compreso quanto il lettore intendeva. Ovviamente se non ha capito nulla il Direttore del giornale cui la lettera era diretta, figuriamoci cosa possono aver capito i lettori-sostenitori di tale testata che,  sulla pagina Facebook del giornale, hanno dato origine alla fiera del luogo comune: dagli alberghi di lusso che accolgono i migranti (bufala evidentemente dura a morire), ai cellulari di ultima generazione, agli incassi davanti ai supermercati e così via, in un crescendo di stereotipi impressionante. Manca solo “Non ci sono più le mezze stagioni” e poi i sono tutti.
P.S. : Ah: il “lettore” che ha scritto la lettera è mio figlio e per una volta la pensiamo nello stesso modo. Incredibile.

Woman

8 marzo – Festa della donna
Essere donna è un compito difficile: consiste nell’avere a che fare con gli uomini.
Joseph Conrad
Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono fare tutto.
Oscar Wilde
Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai.
Oriana Fallaci
Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.
Alessandro Baricco
Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna.
Coco Chanel

È vecchio: mica va su internet!

Sentita in palestra da due ragazzi di circa (credo) vent’anni. “Ma mio papà alla sua età cosa vuoi che capisca di internet, telefoni, televisione…”. E l’altro: “ E il tuo è giovane. Figurati il mio che ha più di 60 anni. E mia mamma ancora peggio”. La tentazione di rispondere è stata forte ma ho resistito. Però c’è davvero questa idea diffusa degli “anziani” non a proprio agio con la tecnologia. In realtà io la penso diversamente. Conosco persone molto più giovani di me assolutamente negate e altre più avanti negli anni che sono espertissime. Credo che sia una questione di predisposizione e di interesse personale. Mia moglie, mia coetanea (in realtà più anziana di ben quasi 4 mesi 😊 ), che ha anche lavorato un po’ di anni fa come consulente di informatica, si rifiuta di avere uno smartphone sostenendo che a lei il telefono serve solo per telefonare, si è faticosamente abituata ad usare un tablet ma non ha mai voluto un pc, e per svolgere qualunque operazione di aggiornamento o acquisto app  deve leggere le istruzioni. Questo appunto solo perché sono tutte operazioni che non le interessano. Non è quindi una questione di età e neppure di capacità. In ogni caso quando mi chiede qualche informazione chissà perché finiamo sempre per litigare (ma sugli argomenti tecnologici io litigo con mio figlio, decisamente più esperto, ovviamente). Una mia amica si sorprende sempre dei risultati raggiunti nell’uso del tablet da sua mamma. E sua mamma ha circa la mia età. Mi domando: cosa c’è da sorprendersi? Ci sono poi effettivamente persone negate che decidono però di “svecchiarsi” ed iniziano ad usare WhatsApp, ad esempio. Ne nascono conversazioni divertentissime che hanno dato origine a libri e pagine Facebook sull’argomento.



La diversità come valore

Alcuni mi hanno chiesto cosa ne penso del risultato delle elezioni di domenica. Non sono un analista politico. Come avevo già scritto non sono mai stato un sostenitore del Movimento 5 Stelle ma, contrariamente all’opinione diffusa, avevo apprezzato il fatto che avessero comunicato in anticipo la loro eventuale squadra di governo. Non sono in grado, adesso, di capire se possono essere in grado di governare il nostro paese e se, nonostante siano indubitabilmente il primo partito, ne abbiano la possibilità. Quello che non riesco a capire –  e che mi rattrista profondamente – è il successo riscosso dalla campagna elettorale di Matteo Salvini.
Premessa: io sono convinto che di un personaggio pubblico, sia si tratti di un attore, di un cantante o altro e pure di un politico, noi si riesca a giudicare solo la sua immagine pubblica e non la sua vera personalità; giudichiamo quanto di loro ci arriva per i loro atteggiamenti e le loro dichiarazioni rese pubbliche. Nel caso di Matteo Salvini io proprio non riesco a capire come anche amici che stimo possano apprezzare l’immagine di persona intollerante, qualunquista, omofoba e retrograda che a me invece arriva in modo così netto e preponderante come negativa.
Salvini nel 2015 ha affermato “Alle leggi sbagliate non bisogna obbedire ma disobbedire finché non vengono cambiate” che è esattamente il contrario di uno dei miei principi fondamentali, che mi è stato inculcato quando ero studente delle medie e che ho fatto mio durante la vita cercando anche di insegnarlo a mio figlio: se si reputa una legge sbagliata si lavora e si lotta per cambiarla ma nel frattempo va comunque rispettata da tutti.  Ma poi, in un’altra occasione, ecco che Salvini cambia idea, e afferma “Nell’Italia che ho in testa e ambisco a governare, si rispettano le regole… Puoi essere bianco giallo o nero: c’è bisogno di regole“. Forse solo gli italiani sono autorizzati a non rispettare le leggi?
Quando la mamma adottiva di due bambini di colore gli ha scritto preoccupata per i rigurgiti razzisti cui possono andare incontro i suoi figli per colpa dei suoi discorsi sull’immigrazione, Salvini ha risposto che si sbagliava, che “Voglio un Paese più sicuro per tutti, soprattutto per i nostri figli. Questo mi chiedono non solo gli italiani ma anche tanti immigrati, regolari e perbene, che vivono in questo Paese”. Il problema non è quello che pensa e che vuole lui, ma come le sue parole sono intese da chi le ascolta magari con poco spirito critico (e bella la frase della mamma che dice “italiano è colui che ama l’Italia, non chi ci è nato. Come io sono mamma perché amo i miei figli, non perché li ho partoriti”.
Salvini (e anche la sua compagna di coalizione Giorgia Meloni) fa chiaramente passare l’idea di essere contrario alla cultura LGBT, tanto da aver affermato in modo esplicito, tra altre dichiarazioni, che in caso di vittoria avrebbe abolito la legge sulle unioni civili. Nonostante questo ho alcuni amici gay che domenica hanno votato Lega. Non riesco a capacitarmene, ma è così.
Io comunque non baso le mie amicizie su una totale identità di vedute politiche, religiose o di genere. Non sono in alcun modo così integralista, anzi ritengo che possa anche essere più interessante la frequentazione di persone diverse da me. E poi si può essere in disaccordo su qualche argomento e condividere molto altro. Per me la diversità è un valore, sempre.
Spero che possa continuare ad essere così anche per i miei amici dopo aver letto questo post.

Ha vinto chi volevo io

Ebbene sì: avevo visto giusto ed ha vinto chi volevo io. No. Non sto parlando delle elezioni. Di quello preferisco non parlare.  Ha vinto gli Oscar il mio film preferito di quest’anno,  ha trionfato “La forma dell’acqua“. Non una grande consolazione, ma almeno la soddisfazione di dire che qualcosina di spettacolo capisco ancora… Oggi quindi vi segnalo solo il mio post del 22 febbraio in cui parlavo appunto del film.