Buone vacanze

Amici: buone vacanze. Non so voi, ma io ho bisogno decisamente di staccare dalle beghe politiche,  dal Covid, dai problemi internazionali, dal razzismo strisciante (ma neppure tanto )…  Sono stanco di leggere i proclami della Meloni, le baggianate di Salvini, le piccolezze della sinistra, le idiozie di Paragone. Il pensiero che a settembre dovremo votare mi deprime enormemente. Ho quindi deciso di rinviare davvero il tutto al nono mese dell’anno.  Durante l’ottavo spero di rigenerarmi e di recuperare un po’ di ottimismo.

Ci rivediamo (forse) a settembre . Buona estate.

Le serie che ho visto: The Sound of Magic

Oggi vi segnalo una serie Netflix davvero curiosa. Innanzitutto si tratta di una produzione coreana. S’intitola “The Sound of Magic” e quindi fa subito pensare a “The Sound of Music”, il musical noto in Italia come Tutti insieme appassionatamente e, infatti, nei vari episodi si canta… in coreano. Poteva non piacermi?
The Sound of Magic ruota attorno a Yoon Ah-yi, una povera studentessa che frequenta la Sewoon High School. Vive sola con la sorella minore e desidera crescere più velocemente per diventare adulta, in modo da poter sfuggire ai principali fattori di stress e debiti che la affliggono. Incontra Ri Eul, un mago adulto che vuole rimanere un cosiddetto “bambino”. Con disprezzo e sospetto da parte dell’intera comunità, mira a sostenere di essere un vero mago, chiedendo a chiunque incontri “Credi nella magia?”. La serie contiene anche, o forse soprattutto, una critica alla società moderna, in particolare a quella coreana, dove l’importante è essere sempre “i migliori”, “i primi” in tutto.  Io mi sono lasciato conquistare dalla poesia e dagliinterpreti. Provate a vedere se può piacervi. Buona visione.

La risposta del prof. @RobertoBurioni

Al mio post di ieri intitolato “Lecito, ma inelegante”, ho ricevuto questa risposta dal prof. Roberto Burioni, che ringrazio sentitamente per la cortesia:
Gentilissimo, la ringrazio per la considerazione e le spiego perché tengo chiusi i commenti su twitter. Io impiego del tempo per informare le persone correttamente e pubblico solo dati che sono solidi, indicando SEMPRE il riferimento bibliografico, che è immancabilmente un giornale di prim’ordine. Se lasciassi i commenti aperti, il primo novax di passaggio potrebbe scrivere il contrario di quello che dico io indicando una fonte di misera qualità. Questo vanificherebbe lo sforzo che io dedico a una corretta divulgazione scientifica. In effetti io consento i commenti sotto i miei tweet, ma solo alle persone che seguo, che spesso non la pensano come me ma che non rientrano tra i disinformatori di professione che avvelenano i pozzi con le loro pericolose bugie. Un cordialissimo saluto,
Roberto Burioni

Lecito, ma inelegante.

Su Twitter è possibile fare in modo che i propri tweet vengano commentati solo da coloro che sono seguiti da noi (o citati nei tweet). Mi ci sono imbattuto recentemente in due occasioni: la giornalista Guia Soncini e il dott. Roberto Burioni

Stimo solo una di queste due personalità (non vi dirò quale, ma credo che lo sappiate), ma questo modo di fare trovo davvero che, seppur lecito, sia assolutamente inelegante e non conforme a un social network.