Il francobollo

Capisco che ormai i francobolli siano usati molto poco, almeno dai privati. L’utilizzo della posta elettronica, degli SMS, di WhatsApp hanno soppiantato quasi del tutto posta tradizionale. Ma ci sono casi in cui ancora se ne ha bisogno o è preferibile usare un biglietto con francobollo. Ad esempio, secondo me, per porgere le condoglianze, se non si ha abbastanza confidenza per farlo con un messaggio telefonico. Mi è capitato appunto qualche giorno fa di dover comprare un francobollo. Non pensate che sia semplicissimo. Inizialmente, fiducioso, mi sono recato da un classico “tabaccaio” che esponeva la consueta insegna con la “T” e la scritta “tabacchi e valori bollati”. La simpatica commessa alla mia richiesta si è messa quasi a ridere dicendo “Ma no, noi non li teniamo!”. Ah bene: e allora perché fuori c’è scritto “valori bollati”? Io capisco che sia un po’ una scocciatura con un guadagno probabilmente minimo e sia molto più remunerativo vendere le sigarette, ma se si ha una licenza e si fa un lavoro per conto dello Stato mi parrebbe giusto prendersi onori ed oneri. E credo che lo Stato dovrebbe anche controllare che le rivendite cui ha rilasciato le licenze rispettino i termini stabiliti. Ma forse anche allo Stato interessano maggiormente i guadagni fatti con le sigarette – su cui fa scrivere che fanno male – che offrire un servizio utile ed efficiente ai propri cittadini. Comunque non pensate che al secondo tentativo sia andata bene: in quel caso la risposta è stata “Li abbiamo finiti”, ma io credo che anche quella sia una risposta solo meglio studiata per evitare critiche. Critiche che comunque mi sentirei di fare in ogni caso: il negozio era stipato di sigarette fino all’inverosimile. Di quelle sicuramente il titolare non rimarrà mai senza. Perché invece mettersi nelle condizioni di non poter fornire un servizio comunque importante? Tante domande che resteranno sicuramente senza risposta. Per fortuna esiste la posta elettronica.