Una bella notizia: il teatro di qualità esiste

Ieri dopo tanti, troppi anni, sono stato al Piccolo Teatro di Milano, sede “storica”, quella di Via Rovello dove in gioventù ho apprezzato i mirabili spettacoli di Giorgio Strehler. Sono stato per “Copenaghen”, cui avrei dovuto assistere al Teatro Civico di Tortona mesi fa, ma che era stato rinviato causa neve. È stato riprogrammato per lunedì prossimo, ma in quella data purtroppo non avrei potuto essere presente. Mi interessava molto, sia perché i testi di Michael Frayn in genere mi piacciono molto, sia perché avevo perso anche la prima edizione, quella di 18 anni fa con lo stesso cast e la stessa regia di oggi, un cast cui sono molto legato per vari motivi: la regia di Mauro Avogadro e in scena Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice. Tutti davvero strepitosi. Il Piccolo ieri sera era anche gremito di giovani, che hanno seguito rapiti l’ora e quarantacinque minuti di rappresentazione senza intervallo, tributando alla fine un applauso davvero sincero e convinto a questi attori perfetti, che non ti fanno perdere neppure una parola, che sono attenti a quello che dicono e a come lo dicono, che sono tutti perfettamente in parte: insomma sono degli attori, veri. Del resto Umberto Orsini e Giuliana Lojodice fanno davvero parte della storia del nostro teatro e fa piacere vedere questo affetto anche da parte delle giovani generazioni. In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose successe in un lontano passato, cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. Sono Niels Bohr (Orsini), sua moglie Margrethe (Lojodice) e Werner Heisenberg (Popolizio). Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr, il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero… Insomma è anche un testo che fa davvero riflettere, ancora di attualità ai giorni nostri. Amici di Tortona non perdetelo lunedì 23 aprile se ancora riuscite a trovare posto. E non lo perda neppure il pubblico di Napoli e di Chieti dove Copenaghen sarà rappresentato nelle prossime settimane. Ed è già annunciato un nuovo tour per la prossima stagione. Ogni tanto una bella notizia fa bene.