Qualcuno legge i cartelli?

A parte il genio comico di chi ha studiato un cartello come quello che illustra questo post, nel mio lavoro sono giunto alla conclusione che nessuno legge le indicazioni o i cartelli informativi. Possono essere accattivanti, luminosi, fluorescenti, grandi, enormi, ripetuti ma… niente. Non li legge nessuno. Se dividi ad esempio chi deve ritirare i biglietti a teatro a seconda della lettera iniziale del cognome e lo segnali con i classici cartelli “A-L” e “M-Z”, puoi star sicuro che il signor Nosetti si presenterà alla prima coda e la signora Dosetti alla seconda. E questo è solo un esempio. L’altro giorno in un ufficio pubblico con due sportelli che rilasciavano diversi certificati, per una volta chiaramente indicati da vari cartelli informativi, almeno 4 persone davanti a me hanno sbagliato coda. Nessuno legge, non solo i libri quindi, neppure la cartellonistica. Oppure magari qualcuno legge i cartelli che impongono comportamenti e regole solo per fare esattamente il contrario. Come in quel safari-park in Olanda, disseminato di avvisi con il divieto di scendere dall’automobile durante il percorso in quanto pericoloso, dove una famiglia naturalmente è scesa dalla propria vettura … perché i bambini volevano vedere da vicino i ghepardi, che naturalmente non hanno propriamente gradito la visita (filmato più sotto). Questa volta non ci sono state conseguenze: chissà se hanno imparato la lezione. Io dico di no.