La lista dei ministri

Premesso che non ho particolare simpatia per il Movimento 5 Stelle e che non sono stato e non credo sarò tra coloro che lo votano (ancora non ho deciso dove farò la croce domenica), vorrei capire perché tutti gli altri partiti hanno trovato disdicevole comunicare agli elettori la loro personale “lista dei ministri”.  Sicuramente il fatto di inviarla al Presidente della Repubblica era evitabile e solo folcloristico, ma il fatto di farla conoscere secondo me non è assolutamente sbagliato, anzi. Far sapere chi in caso di vittoria comporrà la squadra di governo dovrebbe essere un dovere di tutte le forze politiche, e fino a qualche decennio fa era in uso anche per le elezioni locali. Poi l’abitudine si è persa. Probabilmente i partiti preferiscono poter cambiare le carte in tavola fino all’ultimo momento. Sulla decisione di Di Maio si è detto di tutto e francamente io non ne comprendo il motivo. Io vorrei sapere, ad esempio, chi sarà il ministro della cultura dei vari schieramenti. Ma in realtà non mi pare di aver sentito nessuno parlare di cultura, nei programmi di governo, se non marginalmente e senza particolare convinzione. Nessuno la considera importante evidentemente, come era ormai chiaro da tempo. In ogni caso, finalmente, con oggi si chiude la campagna elettorale, definita da molti come la più brutta di sempre, con nessun confronto televisivo fra i leader. Nella società attuale, secondo me, è segno di scarsissimo rispetto verso gli elettori. E poi non si è data nessuna importanza all’evoluzione tecnologica del paese, alla gestione dell’ambiente, alla ricaduta che avrà a breve sul mercato la messa al bando del diesel, e altre tematiche importanti. In poche parole non si è avuta nessuna visione del futuro, di un futuro sempre più vicino e sempre più collettivo. Si è solo guardato davanti al proprio naso ma pochi metri più in là sta cambiando davvero tutto.
E adesso devo davvero decidere per chi votare. Non sarà facile.