Un bel tacer, caro Toti…

Dal Corriere della Sera:
«Vaccinarsi deve essere obbligatorio sopra i 50 anni. Perché non si può far gravare un ulteriore peso di questa pandemia sulle spalle dei ragazzi: con i loro sacrifici, dalla didattica a distanza alle serate in casa durante il lockdown, hanno già garantito la salute di nonni e genitori. Ora basta». La proposta è del presidente della Liguria e leader della formazione di centrodestra Coraggio Italia, Giovanni Toti.
Ma perché parla. Ma chi è? Un ex-giornalista. Cosa ne sa di vaccini e pandemia? Nulla. E allora perché dargli la parola. Vaccinare i giovani è “gravare” su di loro?
Io davvero di questi politici da operetta, senz’arte né parte, proprio non ne posso più.

Lamorgese 2 – Il ritorno

La saga continua
Il controllo del green pass è obbligatorio da parte dei gestori di attività come ristoranti e bar. La verifica del documento d’identità è necessaria se c’è incongruenza con i dati del green pass. E’ quanto chiarisce una circolare del Viminale in merito ai controlli sull’uso del certificato verde. La verifica dell’identità della persona in possesso di green pass, si legge nel documento, “ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione”. (Adnkronos)
Oggi è così. Domani… chissà!
… continua?

I nonni risulteranno al bar tutta la notte!

I gestori di bar e ristoranti non devono controllare i documenti ma solo i Green Pass. Che bella trovata ministra Lamorgese! Prepariamoci: nei locali ci saranno in prevalenza ultraottantenni.
In un Paese dove alcuni hanno tentato di comprare documenti falsi e sono stati truffati e ricattati, figuriamoci chi avrà scrupoli ad utilizzare il Green Pass del nonno o della nonna pur di cenare al ristorante o passare la sera in un pub! Ma senza giungere a questo basterà usare il Green Pass di un amico
Mi pare che così questo provvedimento sia diventato praticamente inutile. Non avremo più la certezza di poter pranzare al chiuso solo con persone immunizzate.  Da notare che sull’App rilasciata dal governo per la verifica della validità della certificazione compare la dicitura “Per completare la verifica è necessario confrontare i seguenti dati anagrafici (nome,  cognome data di nascita n.d.r) con quelli di un documento d’identità valido“.  “Gli esercenti non sono tenuti a fare i poliziotti” ha detto la ministra. E allora perché gli albergatori devono vedere e registrare i documenti dei clienti? Perché i baristi possono richiedere i documenti per essere sicuri di non vendere alcolici ai minorenni? Stesso discorso per le sigarette.  Insomma:  davvero una decisione assurda.
E infatti leggete a questo link!
Vabbè: credo che, per quanto mi riguarda, all’aperto o nulla. E se in tanti la pensano come me vediamo se il Green Pass era una misura “economicida” (parola inesistente e creata dalla Giorgia).
E se non ci fosse stata abbastanza confusione, ieri sera il Garante della Privacy ha deciso che chi controlla i Green Pass può richiedere un documento d’identità. Altro che Repubblica delle Banane

 

Conoscete Ilaria Bifarini?

Se non la conoscete non perdete nulla. Ma se doveste imbattervi in qualche suo intervento televisivo visto che viene definita “opinionista” ed è spesso ospite in vari “salotti” televisivi,  potete tranquillamente ignorarla. Non merita la vostra attenzione.  Su internet viene definita così:  Ilaria Bifarini ha una laurea in Economia alla Bocconi, master in Relazioni diplomatiche alla SIOI di Roma, corso in scienze comportamentali alla Luiss, esperienza professionale nell’ambito della sostenibilità e della rendicontazione sociale: llaria Bifarini conosce bene il mondo cui rivolge le sue analisi critiche.
In che senso “conosce bene il mondo” non è dato sapere nè ci interessa. Vi segnalo solo un suo recente tweet che dice: Il ragazzetto di colore che serve chiede a tutti con entusiasmo se detengono il lasciapassare. Gli faccio notare che questo è apartheid e in passato si applicava proprio a quelli del suo colore della pelle.
Beh… direi che non merita ulteriori commenti.