World Press Photo 2019

I giornali hanno pubblicato nei giorni scorsi le immagini finaliste del concorso World Press Photo 2019. Le avrete viste, probabilmente. I vincitori saranno resi noti nel mese di aprile e concorrono anche tre italiani. Tutte le foto finaliste sono ovviamente molto belle. Io sono rimasto particolarmente colpito, però, da questa, anche se non è cosìnsiderata quella più probabile per la vittoria. Il titolo è “Syria: no exit” e l’autore è Mohammed Badra.

Senza parole : l’intolleranza del ministro

Vi segnalo  questo esempio da non seguire che ci perviene direttamente dal Ministro dell’Interno. L’episodio è noto: una contestazione di studenti al ministro provoca una ingiustificata reazione di quest’ultimo che senza pensare alle conseguenze, sottopone i ragazzi alla gogna mediatica.
Un post, fra l’altro decisamente educato, che – giustamente – criticava questo comportamento, ha provocato subito l’esclusione del lettore (ma anche cittadino italiano, che conosco personalmente e di cui apprezzo idee e stile di scrittura ) dalla possibilità di commentare ulteriormente i post di Salvini.  E  chissà quanto altri saranno stati bannati per lo stesso motivo dalla pagina facebook del Ministro. Vi sembra un comportamento corretto da parte di una persona che dice di rappresentarci tutti? Io non mi sento affatto rappresentato. Sì Nicola: le avvisaglie brutte ci sono davvero tutte.

Consigli di serie: La Ballata di Buster Scruggs

Oggi in realtà vi parlo di un film a episodi prodotto da Netflix e disponibile quindi in streaming. Premiato alla Mostra del Cinema di Venezia, è ora candidato a 3 premi Oscar. S’intitola “La Ballata di Buster Scruggs” e nasce dalla creatività dei fratelli Coen. Sono sei storie – e inizialmente doveva proprio essere una miniserie – raccontate con grande maestria e con interpreti davvero fantastici, tra cui spiccano Tim Blake Nelson, Liam Neeson, James Franco, Zoe Kazan, Tyne Daly e Tom Waits. I vari episodi possono essere classificati in generi diversi, si va dalla commedia al drammatico, dal musical (poteva non piacermi, quindi?) al western e seguono le avventure di fuorilegge e coloni nelle terre della frontiera americana, tra l’assurdo e il realistico. Io ho trovato questo film davvero geniale e molto particolare.

Se gli insulti sono reciproci

Leggo su “La Stampa” che i messaggi offensivi, se sono reciproci, non sono un reato. Riporto dall’articolo:

Davanti alla Corte di Cassazione cadono definitivamente le accuse nei confronti di una donna, che invece era stata ritenuta colpevole dal Tribunale. Decisiva è la sottolineatura della reciprocità delle offese.

Messaggi offensivi a raffica. Sotto accusa una donna, che ha tempestato di messaggi il cellulare di un uomo. A salvarla, però, è il ‘botta e risposta’, cioè il fatto che il destinatario le abbia replicato a tono (Cassazione, sentenza n. 7067/19, sez. I penale).

Messaggi. In Tribunale la donna sotto processo viene ritenuta colpevole del reato di «molestia telefonica» per aver «recato disagio a un uomo attraverso reiterati messaggi telefonici di contenuto ingiurioso e minaccioso». Di conseguenza ella viene condannata alla «pena di 200 euro di ammenda» e a versare «200 euro» a titolo di «risarcimento» alla persona offesa.

Scambio. Tuttavia, i Giudici della Cassazione evidenziano un dettaglio non secondario della vicenda: «l’esistenza di uno scambio reciproco di offese» fra la donna e l’uomo.

Questo elemento cambia completamente le carte in tavola. Per i Giudici, difatti, bisogna tenere bene a mente che «non è configurabile il reato di molestia o di disturbo alle persone» – previsto dall’art. 660 del codice penale – «allorché vi sia reciprocità delle molestie», proprio come in questa vicenda.
Impossibile, di conseguenza, ritenere punibile il comportamento tenuto dalla donna, concludono i Magistrati.

Quindi ora sappiamo che , se vogliamo lucrarci sopra, dobbiamo accettare gli insulti, trattenerci, non rispondere e querelare. Prendiamone nota.