Momento difficile

Direi che da ieri siamo entrati in una situazione da tenere costantemente monitorata per qualche giorno. Credo che non ci sia la necessaria spensieratezza per impegnarsi in un binge-watching a tutto campo. Immagino che in questo week-end tutti seguiremo con apprensione l’evolversi della vicenda.

Quello che maggiormente mi infastidisce sono i post sui social di chi non riesce a comportarsi responsabilmente ed anche in questa occasione continua a scagliarsi con odio verso la parte politica avversa.

Davvero molto triste.

 

 

Attenti a quei due

Ma guarda questi due:

E se la “Giorgia” almeno dice di essere contro terrorismo, razzismo e xenofobia (e sulle ultime due ho i miei dubbi), il Capitano neppure quello. Entrambi comunque si guardano bene dal dire che si trattava di un simpatizzante dell’estrema destra. Eh sai, nella foga di twittare…

Disgustoso.

La lettura di oggi: Gli effetti dei “Decreti Sicurezza” di @matteosalvinimi

Davanti a questi racconti chi sostiene “i decreti sicurezza” di Matteo Salvini e lo stesso @matteosalvinimi  non provano un po’ di vergogna? E l’attuale governo, il PD di Zingaretti in primis, non pensa che sarebbe ora di mettere fine a queste situazioni non degne di un paese civile?Da laRepubblica

MELEGNANO – La svastica l’ha poi cancellata la zia Carla, perché viviamo in un Paese dove ogni tanto capita di doversi procurare vernice e pennello per eliminare quel segno, e che segno, dal portone di casa. Questo succede a Melegnano, hinterland di Milano, giunta di centrosinistra che ha appeno conferito la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Ma a Melegnano c’è anche qualche nazista sparso, o aspirante tale, visto che a dicembre al sindaco Bertoli è toccato portare solidarietà a un’altra famiglia colpita da razzismo ordinario, scritta “negri di merda”, tanto per essere chiari.

Il primo ad essere colpito in paese è stato questo ragazzo di quasi 23 anni, Bakary Pozzi Dandio, doppio cognome, italiano e senegalese, arrivato minorenne in Italia con un barcone dopo qualche mese nei lager libici, adottato dal signor Paolo Pozzi e dalla moglie Angela Bedori, ma adottato da maggiorenne, con sentenza del 2018, “quindi secondo la legge solo tra tre anni potrà fare domanda di cittadinanza italiana”, spiega il padre. Nel frattempo gli è scaduto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, “cancellato dai decreti sicurezza, che sarebbe ora di abolire”, per non parlare delle spese per la richiesta di cittadinanza, “ora salite a 250 euro”, il che, dice lei, “può candidare molti alla delinquenza, perché dove li trovi tutti quei soldi, se sei un migrante senza niente?”.

Non è la situazione di Bakary, al quale le cose vanno tutto sommato bene, se si dimentica la scritta “ammazza el negar” comparsa un anno fa nell’androne di casa, in pieno centro, e “dell’inchiesta non sappiamo ancora niente, non pensiamo però che abbiano trovato l’autore”. Il taciturno Bakary vorrebbe solo “essere italiano, così posso stare tranquillo”, e continuare ad alzarsi alle 6 per andare alla scuola tecnica che ne farà un idraulico, dopo aver già conseguito la licenza media, e magari lavorare come magazziniere nello stesso posto in cui sta facendo uno stage. In più, allenarsi tutti i giorni eccetto la domenica nella specialità dei 400 metri, e magari vincere. Già successo, peraltro. Prima nelle gare del campionato CSI, poi l’estate scorsa a Bergamo, come tesserato del Cus Pro Patria Milano, che fa parte della Federazione italiana di atletica leggera, in un meeting dove ha corso nel tempo di 48″05. Ma al momento della premiazione, colpo di scena. Il giovane non è italiano, dicono i giudici di gara. Una sola ha detto “è italiano e basta, premiamolo”. Non è bastato. Il secondo classificato è stato proclamato primo, e così a salire tutti gli altri. Pozzi Dandio, nisba. “Naturalmente non ce l’ho con la società, ma è stata una cosa antipatica. Lui ha detto “non me ne frega niente”, ma non è vero. A me invece frega moltissimo”, dice Paolo Pozzi.

Che ingenui, i Pozzi. “Pensavamo che fosse tutto a posto, una volta conclusa l’adozione”. No no, invece. “E’ nel nostro stato di famiglia, ha la residenza, ha il nostro cognome. La carta d’identità, la tessera sanitaria della Regione Lombardia. E’ nostro figlio. E’ italiano”. Pare di no. Tocca quindi iniziare una pratica piuttosto complicata, già per ottenere il permesso di soggiorno. Pozzi e il figlio sono andati a Milano, al consolato del Senegal, “c’era una lunga fila di ragazzi, in attesa, fuori…”, senza peraltro riuscire ad essere ricevuti. “Dobbiamo chiedere il passaporto, e un documento che attesti che Bakary Dandio e Bakary Pozzi Dandio sono la stessa persona, e credo che sarà un’avventura, una gimcana, una corsa ad ostacoli”. E’ la vita normale di chi azzarda ad adottare un cittadino extracomunitario, peggio se è maggiorenne. “Nel frattempo non può godere in maniera piena dei diritti civili. Non può votare, ad esempio. Non può vincere una gara, portare punteggio alla sua società”.

Lui intanto domanda “ma i documenti sono a posto?”. La stessa richiesta arriva dalla sua madre senegalese, che ha dato il suo consenso all’adozione e che i Pozzi sentono regolarmente, e sperano di incontrare prima o poi. “Ma i documenti di Bakary? E’ diventato italiano?”. Angela Bedoni: “I decreti sicurezza hanno messo in strada un sacco di persone. Tutto funzionava, gli Sprar, anche qui a Melegnano. Sono stati cancellati. Tra l’altro sono rimasti senza lavoro psicologi, medici, operatori, mediatori, assistenti sociali, qui come in tutta Italia”.  Non è questione di “regalare la cittadinanza, come dicono alcuni politici di destra. Peraltro, non è affatto regalata. Ma bisogna riconoscerla a chi ha un inserimento sociale effettivo. Sennò, condanni un sacco di persone a vivere in un limbo senza nome. Loro, e anche chi li aiuta”. E il caso dei due ragazzini “premiati” con la cittadinanza per aver salvato i compagni – sull’autobus che andava a San Donato, era il marzo dell’anno scorso – “anche lì, ma uno deve addirittura compiere un atto d’eroismo, per guadagnarsi la cittadinanza?”. La cittadinanza “è il riconoscimento della dignità”.

Poi, “in Italia c’è questo clima tremendo”, scritte contro gli ebrei e i neri, il razzismo è una realtà ormai. Quando comparve la svastica contro i Pozzi, ci fu una manifestazione di solidarietà, 1500 persone in piazza. Ma poco prima di Natale altre scritte sono comparse sotto casa di “una famiglia ghanese. Lui è un operaio specializzato, è in Italia da anni con permesso di soggiorno, ha moglie e tre bambini”. L’anonimo li definiva “negri” e “animali”. Paolo Pozzi: “Totale indifferenza, a parte il sindaco, che ha condannato il gesto. Noi siamo andati a trovarli, gli abbiamo detto che ci dispiaceva. Ma nel loro condominio, nessuno ha detto beh”.

Video del giorno- Per il mio bene

Confesso che quando ho visto, e soprattutto sentito, per la prima volta in Rai Ema Stokholma ho pensato “Ma perché hanno messo lì una con questi problemi di pronuncia della lingua italiana?Non c’era una ragazza italiana che potesse fare questo programma?” Poi mi sono vergognato di questo pensiero “sovranista” e comunque ho cambiato idea anche perché è molto brava e competente nel suo lavoro. Daria Bignardi, nel suo bel programma “L’Assedio” in onda su La9 l’ha intervistata in merito a un libro che ha scritto, dal titolo “Per il mio bene“, nel quale racconta una storia privata davvero dolorosa e sconvolgente. Per coloro che non avessero visto questo incontro, vi propongo qui sotto il video. Ci sono un po’ di pubblicità all’inizio… ma resistete.