Sanremo: il podio che vorrei (e che non sarà)

Ultima serata / nottata e poi anche questa edizione del Festivalone sarà archiviata. Si è sempre detto che in Italia si perdona tutto ma non il successo e mi pare che da molti post social che ho avuto occasione di leggere in questi giorni sia sempre una citazione valida. Amadeus e Fiorello in un anno hanno avuto un crollo del consenso che nemmeno Salvini diventato europeista può uguagliare. Certo: la situazione è cambiata, siamo in una crisi senza precedenti, ma non credo che il calo di ascolti sia dovuto a quello. Ho percepito proprio una netta, profonda antipatia per i conduttori, che lo scorso anno erano invece lodati da tutti. Ma direi che non è una novità. Chi ha molto successo in Italia prima o poi diventa a molti davvero insopportabile.
Personalmente ritengo che i due siano stati invece molto bravi, soprattutto considerato il contesto decisamente difficile in cui si sono trovati a dover esibirsi. Come in ogni edizione ci sono stati momenti più riusciti di altri, alcuni testi che gli autori potevano preparare meglio, alcune scelte forse un po’ azzardate, può essere che Fiorello abbia perso un po’ di smalto, ma globalmente un’edizione in linea con quanto ci si può aspettare da un evento come Sanremo.
Le canzoni? Ce ne sono state diverse che mi sono piaciute molto. Perché a me la nuova musica italiana piace. Vi parrà strano, ma non sono affatto ancorato alla tradizione del bel canto. Mi piace pure quella (non sono, ad esempio, avverso ai ragazzi de Il Volo, spesso snobisticamente disprezzati) ma mi piace ascoltare anche… Achille Lauro, per dire. Detto questo ho più di tre canzoni in gara quest’anno che mi sono piaciute. Ma dovendo stabilire un podio direi:
terzo posto: Madame – Voce

secondo posto: Coma_Cose – Fiamme negli occhi

primo posto: La Rappresentante di Lista – Amare

Ma mi sono piaciuti molto anche:
Colapesce e Dimartino
Willie Peyote
Fulminacci
Ermal Meta
Bugo
Fasma
Maneskin
Extraliscio con Davide Toffolo
Ghemon

Le delusioni? Arisa che di solito adoro, la cui canzone invece proprio non mi ha convinto. Stessa cosa per Max Gazzè.

OK: godiamoci la finale e da domenica torniamo alla vita di tutti i giorni (per quanto è possibile in questo periodo …)

P.S. : Felicissimo per  la finale dei giovani di ieri sera in cui ha trionfato Gaudiano, che proviene dal mondo del musical. Bravissimo Luca!

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 4 (09/02/2018)

2003. Torno a Sanremo dopo 17 anni! E non più per una radio, ma per un musical, “Pinocchio”, con le canzoni dei Pooh, la regia di Saverio Marconi e un cast strepitoso. Il nostro quartier generale era il cinema Ritz, nei sotterranei dell’Ariston, una volta sala stampa del Festival ma ora troppo piccolo per questo uso.  Insomma: erano cambiate tante cose, ma al timone del festival c’era sempre Pippo Baudo, affiancato da Serena Autieri e Claudia Gerini. (continua dopo foto e video)



2007. Si torna al festival presentato sempre da Baudo con Michelle Hunziker, che proprio in quel periodo lavora per Compagnia della Rancia, al Teatro della Luna di Milano/Assago, in “Cabaret” per la regia di Saverio Marconi. Si arriva quindi all’Ariston con quasi tutto il cast, capitanato da Christian Ginepro/Maestro di cerimonie. (continua dopo il video)

2008. Ancora Baudo che ci ospita con il nostro “High School Musical”, prima produzione teatrale Disney originale in Italia, per la regia di Saverio Marconi e Federico Bellone. Un cast giovanissimo ed entusiasta che porta grande energia sul palcoscenico dell’Ariston, dove affiancano il Pippo Nazionale Piero Chiambretti, Bianca Guaccero ed Andrea Osvárt.  (continua dopo il video)

E per ora le avventure sanremesi finiscono qui.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 3 (08/02/2018)

1984. Il Festival aumenta d’importanza ogni anno di più. E aumenta anche la confusione nel centro di Sanremo. Inizia l’era Pippo Baudo, che presenta affiancato da Edy Angelillo, Elisabetta Gardini, Iris Peynado e Tiziana Pini più due bambine. Tra i cantanti in gara ricordo ovviamente Patty Pravo, che riuscii anche ad intervistare, e la sua Per una bambola. Vinsero Al Bano e Romina con Ci sarà e le canzoni che ebbero maggior successo furono Non voglio mica la luna di Fiordaliso, Nuovo swing di Enrico Ruggeri e Come si cambia di Fiorella Mannoia. Nelle nuove proposte debuttò con Terra promessa Eros Ramazzotti che vinse appunto fra i giovani. Tra gli ospiti rimasi ovviamente molto colpito dai Queen con Freddie Mercury, da Bonnie Tayler, dai Culture Club di Boy George e da Mark Knopfler. Alcuni di loro purtroppo cantarono però in playback… Anche in quell’anno si dormiva davvero pochissimo. continua dopo il video

1985. Ancora Baudo al timone affiancato da una certa Patty Brard, di cui credo che dopo si siano perse completamente le tracce. Il Festival diventava sempre di più una macchina elefantiaca e Sanremo sempre più invivibile in quei giorni. Musicalmente non fu un festival da ricordare, anche perché non solo non c’era l’orchestra dal vivo, ma quell’anno addirittura cantarono tutti in playback. Vinsero i Ricchi e Poveri con Se m’innamoro; tra le altre presenze degne di nota Luis Miguel con Ragazzi di oggi, Eros Ramazzotti, sesto classificato con Una storia importante, e Zucchero con Donne. Nelle nuove proposte, vinte da una tal Cinzia Corrado, ricordo i debutti di Mango e Lena Biolcati. Gli ospiti che ricordo sono i Village People, I Duran Duran, gli Spandau Ballet e soprattutto i Frankie Goes to Holliwood con The Power of Love. Grande emozione anche per Claudio Baglioni che cantò dal vivo accompagnandosi al pianoforte Questo piccolo grande amore. Si continuava a dormire davvero poco. continua dopo il video

1986. L’ultimo “mio” Sanremo degli anni ’80. Presentava Loretta Goggi, prima donna a condurre da sola la manifestazione. Fu l’anno della consacrazione di Eros Ramazzotti che vinse con il brano Adesso tu. Tra le altre presenze degne di nota Renzo Arbore con Il Clarinetto, Mango con Lei verrà, Rossana Casale (che in anni successivi ho conosciuto avendo interpretato alcuni musical) con Brividi. Nelle nuove proposte vittoria di Lena Biolcati con Grande Grande Amore scritta da Stefano D’Orazio (e mi è capitato in seguito di lavorare con entrambi… i casi della vita). Tra gli ospiti ricordo con emozione Sting e la sua Russians, i Drum Theatre con Eldorado e soprattutto i Depeche Mode con Stripped. Ma ormai davvero Sanremo era invivibile e soprattutto la RAI tendeva ad escludere completamente le radio private, quindi per poter realizzare qualche intervista bisognava faticare davvero tanto. Dall’anno successivo iniziavano anche ad aumentare le serate, nel 1987 e 1988 quattro e dal 1989 addirittura cinque. E io sono tornato a vederlo in televisione, a parte qualche incursione negli anni 2000.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 2 (07/02/2018)

1981: il mio secondo Sanremo, non solo l’ultima serata, ma una settimana intera. Le prove del lunedì, martedì e mercoledì e le dirette del giovedì, venerdì e sabato (sì all’epoca il festival durava solo tre sere, non cinque). Una full immersion che a 25 anni sopportavo benissimo, con gran entusiasmo. Fu un festival, condotto da Claudio Cecchetto con Eleonora Vallone, che regalò al pubblico alcune papere divertenti, con tante canzoni entrate nel patrimonio collettivo: Per Elisa di Alice, Maledetta Primavera di Loretta Goggi, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Ancora di Eduardo De Crescenzo, Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia solo per citarne alcune oltre al tormentone, fuori gara, Gioca Jouer di Cecchetto. Tra gli ospiti più prestigiosi ricordo i Dire Straits (che però si esibirono in playback) e il mito dell’epoca Barry White che interpretò. Come stampa accreditata avevamo anche libero accesso al Casinò, alle feste organizzate dalle case discografiche, a cene di rappresentanza, alle discoteche di Sanremo… Insomma: una settimana dove non si dormiva mai.  Sempre vivo poi anche in quell’anno il ricordo delle hostess Muratti. Si poteva mancare l’anno dopo? Proprio no. Continua dopo il video


1982: ancora Cecchetto alla conduzione con la debuttante, all’epoca, Patrizia Rossetti, uscita da una specie di “talent” a Domenica In. Una scenografia spaziale, pare costosissima, per un festival con un vincitore annunciato molto prima dell’inizio: Riccardo Fogli. Fu l’anno di Felicità di Al Bano e Romina (che ricordo come una delle meno simpatiche a rispondere alle interviste), di Mia Martini con E non finisce mica il cielo, di Zucchero con Una notte che vola via, ma soprattutto di Vasco Rossi con Vado al massimo. Tra gli ospiti ricordo solo gli America, perché altri si esibirono non all’Ariston o addirittura in collegamento via satellite dagli States e non era stata una grande idea. Sempre notevoli le ragazze Muratti. Solita settimana senza dormire comunque. Continua dopo il video

1983: il presentatore era “Il conte di Montecristo”, cioè Andrea Giordana, affiancato dalle conduttrici di Discoring, programma musicale della prima rete RAI. Non fu una grande idea, comunque. Vinse a sorpresa una debuttante, Tiziana Rivale, bella voce ma forse di stile un po’ datata. La sua canzone, Sarà quel che sarà, sembra un po’ copiata da quella del film “Ufficiale e Gentiluomo”. Sono quelle cose inspiegabili che accadono solo a Sanremo. Tra le altre canzoni dell’anno si ricordano Vacanze Romane dei Matia Bazar, 1950 di Amedeo Minghi (che poi diventò un successo nella versione di Gianni Morandi), L’Italiano di Toto Cutugno, grande hit internazionale, e soprattutto Vita spericolata di Vasco Rossi, arrivata penultima ma poi  successo nelle vendite. Tra gli ospiti ricordo Roberto Benigni che cantò Via con me di Paolo Conte e Peter Gabriel che, cantando Shock the Monkey, si lanciò sulla platea. Per tutta la settimana in teatro si aggirava anche Renzo Arbore con una troupe cinematografica per le riprese di una parte del film “F.F.S.S. Cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?”, aggiungendo caos a caos.  Di dormire neppure a parlarne.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 1 (06/02/2018)

Stasera si comincia. Inizia la settimana faticosa. 1980: il mio primo Sanremo. Nel senso che per la prima volta l’ho visto dal vivo, al Teatro Ariston. Ci andai per la radio RTL di Tortona, ma soprattutto per passione e curiosità, e solo nella serata finale. Anche perché in gara quell’anno c’era un cantante tortonese, Bruno Noli in arte Bruno D’Andrea, che, dopo il successo di “Nano Nano”, sigla del telefilm “Mork & Mindy”, si presentava in gara con “Mara”. Ma poi era l’anno di Claudio Cecchetto con Roberto Benigni, del bacio ad Olimpia Carlisi, dello scandalo per aver detto “Wojtilaccio”. E fu comunque l’anno del rilancio della manifestazione dopo un po’ di anni bui. Vinse Toto Cutugno con “Solo Noi”, ma quello che ricordo maggiormente di quella serata sono le splendide hostess della sigarette Muratti Ambassador, l’improbabile tinta dei capelli del debuttante Enrico Ruggeri con i Decibel, la, diciamo, “esuberanza” e “goliardia” di Silvia Annichiarico che si aggirava per la platea e la sala stampa dicendo in tutte le interviste solo  “Festivalazzo… festival del…”, la signorilità di Peppino Di Capri e la sua cortesia nel rispondere alla mia intervista. Ma la cosa che mi colpì di più in assoluto fu la classe, lo stile e la voce di Dionne Warwick, ospite della serata.