Blog estate: Le carte di credito? Sistema vecchio … (26/11/2020)

Sì, davvero. Le carte di credito sono ormai un metodo vecchio. C’è da qualche anno un sistema più comodo e più moderno. Ed è tutto italiano. Io lo utilizzo da almeno tre anni, anche se solo negli ultimi tempi è possibile trovare un numero maggiore di commercianti convenzionati. Si chiama Satispay e secondo un articolo apparso su laRepubblica sta conquistando anche l’estero. La configurazione dell’App necessaria sul telefono e poi l’utilizzo è davvero facilissimo, totalmente contactless e quindi anche più sicuro di una carta di pagamento. Io lo utilizzo già per pagare il bollo auto, ad esempio, oppure la spesa fatta a domicilio,  ed anche qualche bolletta. Ma ora vedo che è accettato anche in molti negozi e ,ad esempio, all’Esselunga. Ve lo consiglio. Ecco l’articolo scritto da quel vero esperto di tecnologia che è Riccardo Luna.
Nel gennaio del 1888 Edward Bellamy, un giornalista americano che fino a quel momento aveva scritto alcuni romanzi dimenticabili, e che infatti sono stati dimenticati, pubblicò un lungo racconto destinato ai tempi ad avere un successo incredibile: Looking Backward, 2000-1887. Narrava le vicende di un giovane che veniva addormentato tramite ipnosi e si risvegliava 113 anni dopo, ai giorni nostri, in un mondo meraviglioso, vagamente, socialista che aveva eliminato le ingiustizie. Il libro vendette in poco tempo oltre 200 mila copie, secondo solo alla Capanna dello Zio Tom e a Ben Hur; ma se ancora molti lo citano è perché lì per la prima volta veniva immaginata una invenzione che sarebbe arrivata più di mezzo secolo dopo e che sicuramente ci ha cambiato la vita: la carta di credito.
Se oggi qualcuno provasse a scrivere un romanzo ambientato non fra 113 anni, ma anche solo fra 13, forse le carte di credito non ci sarebbero più. Forse non ci saranno più. Se così sarà lo si dovrà anche ad una startup italiana che ieri ha annunciato di aver chiuso un round di finanziamento da quasi 100 milioni di euro, uno dei più grandi mai fatti in Italia. Si chiama Satispay, è stata fondata nel 2013 da due giovani di Cuneo, Alberto Dalmasso e Dario Brignone che avevano visto il futuro e deciso di rischiare tutti i loro risparmi per realizzarlo, 125 mila euro. Oggi Satispay vale quasi 250 milioni. Dopo otto anni si può dire: quei due ragazzi hanno vinto. E convinto. Hanno convinto 4 investitori clamorosi a sostenere la scommessa di un mondo di pagamenti digitali libero da costi inutili e limitazioni anacronistiche: tipo le carte di credito. Il primo è Jack Dorsey, fondatore e amministratore di Twitter, ma anche di Square, la migliore realtà per i pagamenti digitali degli Stati Uniti; il secondo è Tencent, colosso tecnologico cinese che ha sviluppato WeChat, il Twitter cinese, al quale ha attaccato un sistema di pagamenti tramite smartphone usato da centinaia di milioni di persone; il terzo è LGT Lightstone, un prestigioso fondo di private equity basato a Londra; il quarto è TIM Ventures, che porta in dote tutto il mondo di Telecom Italia.
Con questi quattro partner Satispay tenterà la conquista dell’Europa. In Italia funziona benissimo: basta uno smartphone e con un clic puoi fare shopping, pagare un caffè, la corsa del taxi, ma anche le bollette, le tasse, la ricarica del telefono o anche dare soldi ad un contatto della rubrica telefonica. Nessun altro sistema ti consente di fare tutte queste cose e ti farle con un clic. Dopo un lungo rodaggio (siamo un paese analogico) in questi mesi Satispay ha preso il volo. Intendiamoci, la pandemia è stato un formidabile acceleratore per tutti i pagamenti digitali: per timore del contagio, l’uso del contante è crollato ovunque; negli Stati Uniti due app, Venmo e CashApp hanno moltiplicato gli utenti così come in Cina AliPay e WeChatPay. Naturalmente sono cresciute anche le carte di credito contactless, senza contatto. Ma il metodo Satispay elimina anche quelle. Semplicemente non sono più necessarie. Ti basta una app.
La vera partita inizia adesso: gli attori in campo sono tanti, e la resistenza di chi c’era prima è scontata, e poi nel settore dei pagamenti ormai muovono i primi pesanti passi anche Apple, Google, Facebook e Amazon. Insomma, la competizione per chi gestirà i nostri borsellini digitali sarà durissima ma dal punto di vista tecnologico la strada è già segnata: se oggi dovessi scommettere un euro sul futuro, scommetterei su un futuro senza carte di credito.

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