Un “quasi” liberi tutti?

E così da oggi non siamo più in stato d’emergenza per il Covid 19 e gradatamente andranno a cadere tutte le norme varate per contenere la pandemia. No, non è uno scherzo del primo aprile, non è un pesce. Anche se i contagi sono in aumento e non sappiamo come andrà a finire, questo ha deciso il governo. Io non capisco, francamente. Ma così è.  Vediamo cosa succede da oggi:
—>OBBLIGO SUPER GREEN PASS E OVER 50
Da oggi, 1 aprile, cade l’obbligo di Super green pass nei luoghi di lavoro per gli over 50. A chi ha superato questa soglia d’età, per cui in linea generale l’obbligo di vaccino resterebbe in vigore, sui luoghi di lavoro sarà richiesto solo il certificato base, fino al 30 aprile. Gli over 50 senza Super Green pass non verranno quindi più sospesi dal lavoro.
—>TURISMO
Le misure servono anche per rilanciare il turismo: da oggi, 1 aprile, stop all’obbligo del Green pass per ristoranti e bar all’aperto, così come per l’accesso negli hotel. Il certificato verde rimane in alcuni ambiti (base o super nei diversi luoghi) ancora fino al 30 aprile. Dall’1 maggio invece non sarà più necessario esibirlo.
—>TRASPORTO PUBBLICO
Cambiano anche le regole sui mezzi di trasporto. Da oggi, 1 aprile, non è più richiesto il green pass sui bus e sui mezzi di trasporto pubblico locale, mentre continua a essere in vigore l’obbligo di indossare le mascherine.
—>STADI ED EVENTI SPORTIVI
Da oggi, 1 aprile, decade ovunque il limite alle capienze nelle strutture. Anche la capienza degli stadi, quindi, tornerà al 100%. Per accedervi sarà richiesto il Green pass base.
–>RISTORANTI E LOCALI AL CHIUSO
Dall’1 maggio ristoranti e altri locali al chiuso saranno accessibili anche senza certificato verde.
–>ISOLAMENTO E QUARANTENA
Il Consiglio dei ministri ha deciso anche per lo stop alle quarantene da contatto con un caso positivo al Covid. Da oggi, 1 aprile, dovrà rimanere isolato a casa solo chi ha contratto il virus, mentre chi ha avuto un contatto dovrà applicare il regime dell’autosorveglianza. Non c’è più distinzione tra vaccinati e non vaccinati come fino a ieri.
–>PER CHI RESTA L’OBBLIGO VACCINALE
L’obbligo vaccinale resta in vigore fino a fine anno per il personale sanitario e Rsa. Attualmente l’ultima tappa che prevede il “capolinea” per tutte le restrizioni è il 15 giugno, quando è prevista la fine dell’obbligo vaccinale per gli over 50.
–>SCUOLA
A scuola si continua ad andare con la mascherina e si invita a rimanere a casa con 37,5 di febbre. Per gli insegnanti vi è l’obbligo di vaccinazione sino al 15 giugno. La didattica a distanza sarà disposta solo per gli studenti contagiati.
–>OSPEDALI E RSA
Per quanto riguarda le visite da parte di familiari e visitatori alle persone ricoverate all’interno di ospedali e Rsa sono consentite fino al 31 dicembre 2022 solo con il Super Green Pass.
–>SMART WORKING
La possibilità di ricorrere allo smart working nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore, e quindi ancora con un regime semplificato, è prorogata al 30 giugno 2022, così come lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili.
–>MASCHERINE
Fino al 30 aprile restano obbligatorie le mascherine in tutti luoghi dove sono già previste.

Questo è quanto. Io, come ho detto, sono un po’ scettico sull’opportunità di tutto questo. Del resto io ancora continuo ad indossare la mascherina anche all’aperto…  e sicuramente continuerò ad indossarla anche al chiuso dopo l’1 maggio. E comunque andrò meno volentieri nei luoghi chiusi e probabilmente ci andrò ancora meno di adesso. Lo so, molti adesso mi diranno “chiuditi in casa tu, vecchio, e non rompere“. OK, grazie.

Però su La Stampa di ieri leggo – articolo di Giacomo Galeazzi:
Gimbe: “-25% di prime dosi tra gli over 50. Tornano a salire le forme gravi di Covid”
Inversione di tendenza nelle condizioni generali dell’infezione: più malati a rischio. «Dopo 6 settimane si arresta il calo dei decessi. In 7 giorni +8,6% ricoveri, +7% intensive,+3% morti»
ROMA. Arranca la campagna vaccinale contro il Covid e si registra un ulteriore calo del 24,8% delle dosi somministrate agli over 50. Sono ferme le percentuali di popolazione vaccinata con almeno una dose (85,6%) e con ciclo completo (83,9%). In Italia ci sono 6,94 milioni di non vaccinati, di cui 2,51 milioni di guariti protetti solo temporaneamente e 4,43 milioni attualmente vaccinabili. Tasso di copertura terze dosi all’83,2% e solo 58.545 quarte dosi somministrate agli immunocompromessi (7%). «Si tende a identificare la scadenza dello stato di emergenza con la fine della pandemia, che ovviamente non può coincidere con una scadenza burocratica», anche perché, soprattutto la data va di pari passo con una circolazione virale elevata. Lo mostra il fatto che al 30 marzo si «registrano ancora più di 500 mila nuovi casi in 7 giorni con oltre 1,26 milioni di casi positivi in due settimane e quasi 1000 decessi a settimana». A dirlo è la Fondazione Gimbe che formula 10 raccomandazioni per un’estate il più possibile tranquilla e per arrivare preparati alla prossimo autunno-inverno.
Obbligo da mantenere
Le 6 raccomandazioni rivolte a chi amministra invitano a «mantenere l’obbligo di mascherine al chiuso e nei luoghi affollati sino a quando la circolazione del virus non si sarà sensibilmente ridotta» e mettere in campo interventi di comunicazione efficaci al fine di vincere l’esitazione vaccinale; così come implementare interventi di formazione per i medici di medicina generale affinché prescrivano tempestivamente i farmaci antivirali ai soggetti a maggior rischio di malattia severa. Particolare accento è posto sulla necessità di migliorare areazione di spazi chiusi «per le quali si attendono ancora le linee guida nazionali», «potenziare il sistema di sequenziamento delle varianti virali» e pianificare la campagna vaccinale autunnale ai fini di un’eventuale somministrazione della quarta dose per i soggetti a maggiore rischio. Le 4 raccomandazioni individuali sono: completare il ciclo vaccinale con 3 dosi (4 per le persone immunocompromesse), continuare ad indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso, ma anche all’esterno in condizioni di assembramento e quando si è a contatto con persone fragili. Ma anche eseguire il tampone in caso di sintomatologia compatibile con Covid-19 e rispettare l’isolamento in caso di positività o in presenza di sintomatologia compatibile con Covid-19 nell’attesa del tampone.
Aumentano i decessi
Dopo sei settimane consecutive si arresta il caso dei decessi e si registra un aumento del 3%. Sono 953 i decessi negli ultimi 7 giorni (di cui 64 riferiti a periodi precedenti), con una media di 136 al giorno rispetto ai 132 della settimana precedente. «Sul fronte degli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – si rileva un’inversione di tendenza nei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (+7%) e prosegue l’incremento dei ricoveri in area medica (+8,6%)». In particolare, in area critica dal minimo di 447 raggiunto il 24 marzo i posti letto occupati sono risaliti a 487 il 29 marzo; nei reparti di area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, sono risaliti a quota 9.740 il 29 marzo. «E’ di fatto stabile – puntualizza Marco Mosti, direttore operativo Gimbe – il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media settimanale si attesta infatti a 45 ingressi al giorno rispetto ai 42 della settimana precedente».
Province
Scendono da 38 a 34 le province con un’incidenza superiore a 1.000 casi di Covid-19 per 100.000 abitanti e in 55 province si registra un incremento percentuale dei nuovi contagi rispetto alla settimana precedente, mentre in 52 un decremento. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo alla settimana dal 23 al 29 marzo, durante la quale si evidenzia un incremento percentuale dei nuovi casi in 10 regioni e un decremento in 11, che va dal +17,8% della provincia autonoma di Trento al -16% dell’Umbria. Le 34 province con un’incidenza superiore a 1000 casi su 100.000 abitanti sono: Lecce (1.774), Avellino (1.457), Perugia (1.372), Reggio di Calabria (1.354), Messina (1.353), Crotone (1.351), Teramo (1.321), Ascoli Piceno (1.313), Bari (1.308), Rieti (1.303), Benevento (1.272), Potenza (1.241), Fermo (1.226), Brindisi (1.190), Lucca (1.172), Terni (1.162), Latina (1.133), Massa Carrara (1.128), Grosseto (1.113), Chieti (1.113), L’Aquila (1.106), Frosinone (1.103), Siena (1.090), Ancona (1.087), Padova (1.076), Taranto (1.073), Vibo Valentia (1.064), Foggia (1.057), Caserta (1.050), Livorno (1.047), Agrigento (1.044), Arezzo (1.019), Salerno (1.011) e Matera (1.004). Al 30 marzo (ore 6) sono state solo 58.545 le quarte dosi di vaccino anti Covid somministrate agli immunocompromessi pari al 7%. In base alla platea ufficiale (791.376) il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 7,4% ma con nette differenze regionali che vanno dallo 0,7% del Molise al 34,5% del Piemonte.
Over 80
Il monitoraggio della Fondazione Gimbe, che sottolinea come «evidenze scientifiche frammentate dell’efficacia della quarta dose di vaccino lasciano intravedere un effetto protettivo sulla malattia grave negli over 80». Ad un mese dal via libera per le persone immunodepresse che necessitano di una quarta dose per completare il loro ciclo vaccinale, spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, «l’esigua copertura raggiunta e le differenze regionali sono del tutto ingiustificabili, tenendo conto che si tratta di una platea ben definita, composta di persone note alle ASL di appartenenza e raggiungibili tramite chiamata attiva». Relativamente all’estensione della platea, il 24 marzo l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha ritenuto necessario attendere ulteriori evidenze scientifiche prima di autorizzare la seconda dose booster in nuove categorie di soggetti. Intanto il 29 marzo la Food and Drug Administration (Fda) ha autorizzato la quarta dose di vaccino, oltre che per le persone immunocompromesse, per tutti gli over 50 che hanno ricevuto il booster da almeno 4 mesi.
Quarta dose
«Allo stato attuale – prosegue Cartabellotta – le evidenze scientifiche sull’efficacia della quarta dose di vaccino sono frammentate e limitate, ma sembrano mostrare un effetto protettivo nei confronti della malattia grave nelle persone più anziane. Ecco perché, indipendentemente dalla necessità condivisa dai ministri europei per la salute di pervenire ad una proposta univoca per tutti i Paesi, visto l’elevato numero di decessi tra gli over 80 vaccinati con booster è ragionevole dare in Italia il via libera alla somministrazione della quarta dose negli ultraottantenni».

Insomma: mi pare proprio che non si debba affatto pensare a un “liberi tutti”.

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