Non ci si deve più abbracciare?

Pare che l’abbraccio sia ormai da evitare.  Sto parlando dell’abbraccio di saluto fra parenti, amici e conoscenti che, nell’epoca del #metoo, qualcuno considera assolutamente inopportuno, come ha scritto sul Corriere l’esperta di costume Costanza Rizzacasa D’Orsogna.  Non so che dire. Io di natura non sono una persona eccessivamente espansiva, ma adesso mi sembra che si stia davvero esagerando. Se incontro un’amica, soprattutto se non la vedo da tempo, mi fa davvero piacere abbracciarla e mi auguro che, conoscendomi, non le sfiori nemmeno l’idea che possa trattarsi di una “molestia”! Mi rifiuto di rinunciare al potere consolatorio dell’abbraccio di un parente o di un amico quando sono giù di morale e, allo stesso modo, di non concederlo a mia volta a chi vedo abbattuto per qualche motivo.  Nell’ambiente dello spettacolo, mi si dirà, però forse si esagera con le effusioni anche fra persone che magari si detestano. Può essere, ma è un atteggiamento che comunque non fa male.  Anche se in qualche caso si tratta sicuramente di una forma di ipocrisia, è una consuetudine innocua e “folcloristica”. E poi l’abbraccio è un mezzo di comunicazione potentissimo: quando le parole potrebbero essere vuote o fuori luogo, l’abbraccio silenzioso può essere veramente esplicativo dei nostri sentimenti, senza equivoci di sorta.
Migliaia e migliaia di anni
Non basterebbero
Per dire
Il minuscolo secondo d’eternità
In cui tu m’hai abbracciato
In cui io t’ho abbracciato.
(Jacques Prévert)

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